Base a L’Aquila, una cellula palestinese progettava attentati all’estero: 3 arresti
Pianificavano attentati, anche suicidari, contro obiettivi civili e militari in territorio estero: arresti in carcere per tre cittadini palestinesi, tutti residenti a L’Aquila, accusati di “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico”.
Gli arresti, disposti dal gip del capoluogo abruzzese su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo in coordinamento con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, arrivano a coronamento di un’indagine condotta dalla Digos de L’Aquila e del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
Gli investigatori hanno scoperto una struttura operativa militare che era stat denominata “Gruppo di Risposta Rapida – Brigate Tulkarem”, quale articolazione delle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”, una formazione riconosciuta “organizzazione terroristica” dall’Unione Europea nel luglio dell’anno scorso.
Per uno degli arrestati, raggiunto dalla nuova misura cautelare già in carcere, è in corso una procedura di estradizione su richiesta di Israele dinanzi alla Corte di Appello di L’Aquila. Si chiama Anan Yaeesh, è il pizzaiolo 37enne, di nazionalità palestinese, arrestato il 27 gennaio scorso nel capoluogo abruzzese su richiesta dello stato guidato da Netanyahu. Proprio per esaminare il procedimento della sua estradizione, il 20 marzo prossimo è prevista udienza in Cassazione ed è annunciato da giorni, sui social network, un presidio davanti alla Suprema Corte. Anan – secondo quanto accertato dai difensori – aveva un regolare permesso di soggiorno con protezione speciale: proprio domenica c’era stato un sit-in davanti al carcere di Terni ove è ristretto. Domani, invece, è previsto un nuovo ricorso dei difensori, gli avvocati Flavio Rossi Albertini e Stefania Calvanese, davanti alla Corte d’appello dell’Aquila, fondato sul “pericolo concreto ed effettivo che Anan venga sottoposto a trattamenti inumani e degradanti od alla tortura”.
La misura cautelare applicata oggi, invece, è stata richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo in coordinamento con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo.
“Soddisfazione” che conferma “il continuo impegno e la grande capacità investigativa delle nostre Forze dell`ordine”, da parte del ministro dell`Interno, Matteo Piantedosi. “Alle Forze di polizia ed alla magistratura – ha detto – va il mio ringraziamento per questo importante risultato che testimonia la costante azione di monitoraggio e prevenzione realizzata sul fronte dell`estremismo e della radicalizzazione”.
Torna alle notizie in home