Economia

Barroso spaventa l’Europa: “Perde competitività e col nuovo presidente Usa può solo andar peggio”

di Giovanni Vasso -


Parla e quando parla di economia, e in particolare di Europa, quel che dice pesa, eccome: José Manuel Barroso è stato presidente della Commissione Ue, oggi, al Meeting di Rimini, parla in veste di presidente non esecutivo di Goldman Sachs e quelle che pronuncia non sono parole al miele nei confronti del Vecchio Continente. Sempre più povero, sempre meno competitivo, sempre più periferia del mondo. Le parole di Barroso sono nette: “Sono preoccupato perché l’Europa sta perdendo in termini di competitività. Ad esempio in confronto con Usa e Cina, che sta investendo molto più di noi in nuove tecnologie. Bisogna trovare un equilibrio. Se vogliamo una società più equa dobbiamo generare più crescita”. L’ex capo dell’esecutivo Ue ha aggiunto: “L’Europa non è solo un mercato ma un mercato con obiettivi sociali e politici ed ecco perché nel Trattato di Lisbona si parla di prosperità condivisa ma anche di coesione socio-economica e territoriale”. L’Europa di Barroso “in questo senso è un’economia di mercato ma con livelli diversi di welfare, non siamo come gli Usa e la loro economia, è l’unione di tante culture ma occorre un approccio che cerca di generare consenso”. Ecco uno di questi è la ricerca di una “prosperità condivisa”. Un obiettivo fondante, oggi, del progetto stesso di Ue: “Quando fu creata, negli anni Cinquanta, l’obiettivo principale era quella della pace e questo obiettivo è stato raggiunto perché non c’è più stato un conflitto tra i membri della Comunità europea”. Adesso tocca alla pancia. O meglio all’economia e alla produzione. Che, però, è sempre più schiacciata dai grandi, grandissimi player internazionali. A dare una mazzata alle ambizioni europee è stata la scelta di Joe Biden di richiamare in patria i suoi campioni green, tech e digitali. L’Europa s’è ritrovata così senza uno straccio di campione “nazionale” (ammesso e non concesso che tale termine possa adattarsi allo scenario continentale) negli ambiti più decisivi e importanti: dai chip fino all’intelligenza artificiale. Un deserto.

E questa dipendenza, questo stato di cose, potrebbe addirittura aggravarsi a novembre quando sarà eletto il nuovo presidente Usa. José Manuel Barroso spiega: “Gli Usa hanno un programma di protezione fortissimo, un modo per attrarre investimenti solo negli Usa. Bisogno adattarsi a un mondo che diventa sempre più difficile. In termini di sicurezza, l’Europa è con gli Stati Uniti e con la Nato, ma in termini economici abbiamo un problema vero e proprio che può aggravarsi con il nuovo presidente Usa a novembre”. Trump ha già dichiarato guerra, a suo modo, all’Unione europea. Ma con Kamala Harris, che proseguirà le politiche già avviate da Biden con l’Ira, non è che ci si possa aspettare chissà che. Barroso ricorda il più grande errore (anche suo) d’Europa: non aver fatto nulla da sé. E adesso, per tutti, il rischio è che arrivino tempi grami.


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