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Bandiera o Moneyball? Maldini e il Milan divorzio all’italiana

di Redazione -

GERRY CARDINALE REDBIRD PAOLO MALDINI


di ANDREA PREMOLI

Incredulità, stupore, amarezza e delusione. Questi sono solo alcuni degli stati d’ animo provati dai milioni di tifosi rossoneri in queste ore. A poche ore dalla conclusione di una stagione pienamente sufficiente da parte dei rossoneri, ancora con le lacrime negli occhi per l’ addio di Ibrahimovic, sembra essere scoppiata una vera e propria bomba, capace di lasciare tutti a bocca aperta. La società di via Aldo Rossi ha infatti deciso di separarsi da Paolo Maldini e Frederic Massara.

Una scelta difficile che dall’esterno appare estremamente complicata da comprendere, in quanto i due dirigenti sono due tra i principali attori della rinascita dei rossoneri in queste ultime stagioni, in cui sono stati capaci di riportare il Milan alla conquista del diciannovesimo Scudetto e ad una semifinale di Champions League, coppa per la quale era addirittura mancata la qualificazione per ben sette anni.

Ad oggi, il motivo principale che ha portato alla separazione sembra derivare dalla volontà di Paolo Maldini di avere un ruolo sempre più autonomo all’ interno della gestione dell’area tecnica della società. Nonostante gli ultimi risultati non fanno altro che avvalorare quanto sostenuto dall’ ex capitano dei rossoneri, il nuovo proprietario, Jerry Cardinale sembra avere idee e piani completamente diversi.

Non sarà il denaro a disposizione infatti a guidare le prossime mosse dei rossoneri sul mercato, ma dei dati statistici. L’idea dell’imprenditore americano è infatti quella di seguire il cosiddetto metodo ‘Moneyball’, nome tratto dal celebre film in cui viene narrata la storia di Billy Beane, manager degli Oakland Athletics (squadra della MLB), che riuscì a creare una squadra da playoff grazie ad innumerevoli analisi condotte su centinaia di giocatori. “Io e Beane abbiamo la stessa visione delle cose. Spesso si dice che per vincere bisogna spendere un sacco di soldi, ma perché? Io dico che bisogna essere più intelligenti degli altri e non sacrificare il denaro. Credo nel metodo di Moneyball. Nel calcio, oggi, c’è una corsa continua al miglior giocatore, specie tra i grandi club, ma non so a cosa possa portare. La gente non deve pensare che gli azionisti abbiano una quantità infinita di soldi da spendere, o che lo faranno sempre” ha dichiarato in passato Cardinale.

Sicuramente quella dell’imprenditore americano è un’idea affascinante, visti anche i risultati di chi ha già provato tutto ciò nel mondo del calcio come Midtjylland e Brentford, ciò che però è doveroso sottolineare è come Maldini e Massara abbiano raggiunto degli ottimi risultati sportivi senza spendere cifre astronomiche, anzi, stando sempre attenti a quelli che erano i conti della società.

Da qui dunque nascono i dubbi dei tifosi e non solo; sono infatti molti i protagonisti del calcio che si sono schierati dalla parte di Maldini e Massara,tra cui l’attuale allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti che ha dichiarato: “ Per conservare la storia ai massimi livelli va tutelata la memoria del passato. Quello che è successo con Maldini dimostra una mancanza di cultura storica, di rispetto della tradizione milanista. I club di football che pensano di fare business al di sopra dello spirito sportivo sono destinati a fallire”.

Ad oggi dunque il rapporto tra società e tifosi è seriamente incrinato. A dire se la scelta di Cardinale sia stata giusta o meno saranno solo tempo e risultati; indipendentemente da questi però ciò che non cambierà mai, saranno l’ affetto e la stima di un popolo intero verso il proprio capitano, a testimonianza di un legame indissolubile perché come dice lui: “tutte le lettere della parola Milan sono comprese nella parola Maldini”.


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