Politica

Ballottaggi, vincono sinistra e astensionismo

di Redazione -


Dopo l’astensionismo, che si conferma come primo partito, è la sinistra a imporsi nelle principali città. In particolare, il campo largo ottiene i sindaci nelle realtà più importanti, i capoluoghi di regione. A Cagliari, già vinta al primo turno quindici giorni fa, si sono oggi aggiunte Firenze, Bari, Perugia, Potenza e Campobasso. Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia, il centrosinistra si afferma a Cremona e strappa Vibo Valentia al centrodestra. Ad Avellino e Verbania sono stati invece eletti alla carica di primo cittadino due esponenti dei movimenti civici, anche se nella seconda città è nota la simpatia del nuovo sindaco per il centrodestra. Lecce, Caltanisetta, Urbino, Vercelli e Rovigo hanno invece visto la vittoria della coalizione di maggioranza in Parlamento. Restano a bocca asciutta i grillini che guidavano l’amministrazione uscente a Campobasso, dove però sono andati in coalizione con gli altri partiti di sinistra lasciando al Pd l’individuazione del candidato sindaco.

Chiuse le urne è immediatamente iniziata la rincorsa al commento dei voti, in particolare in base all’analisi dei flussi. Non manca chi fa notare come l’astensionismo abbia influito molto sui risultati e che, comunque, sia un problema che incide sempre di più sui rinnovi delle cariche elettive. A Bari, per esempio, si sono recati alle urne solamente un terzo degli aventi diritto. Un dato commentato con preoccupazione anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa. “Al di là dei risultati del secondo turno delle elezioni amministrative – ha detto il numero uno di Palazzo Madama -, di chi ha vinto e di chi ha perso, emerge un dato che deve far riflettere: il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l’astensione. Dal 62,83% del primo turno, in questa tornata elettorale si è scesi molto sotto il 50% e cioè al 47,71%. In qualche caso, si viene eletti con solo il 20% dei voti degli aventi diritto. A volte, viene addirittura eletto chi ha meno voti assoluti di quanti ne ha avuti l’avversario al primo turno. Inaccettabile. Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative, magari seguendo l’esempio del doppio turno siciliano o inserendo idonei correttivi per evitare storture come queste e incrementare la partecipazione”.


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