Utili deludenti: gli azionisti Usa trascinano Stellantis in tribunale
È stato un Ferragosto da dimenticare per John Elkann e per l’ad Stellantis Carlos Tavares: gli azionisti Usa del colosso italo-francese dell’automotive hanno deciso di trascinare il gruppo in tribunale. Le accuse sono pesanti. Secondo gli investitori americani, difatti, Stellantis avrebbe tenuto artificialmente alto il valore dei titoli basandosi su previsioni ritenute fin troppo generose in merito alle scorte, al margine operativo, ai nuovi prodotti e al potere di determinazione dei prezzi. A scatenare il ricorso, come riporta Reuters, i dati del bilancio Stellantis pubblicati il 25 luglio scorso. A dir poco depressi rispetto ai numeri imponenti registrati solo un anno prima. A infastidire, e non poco, gli azionisti americani è stato il precipitare dell’utile operativo adjusted, sprofondato del 40% e attestatosi (molto) prima della soglia degli 8,5 miliardi. Gli investitori, invece, contavano su (almeno) 8,9 miliardi (per la precisione 8,85) di utili come da previsione degli analisti. La notizia dell’iniziativa avviata dagli azionisti Usa ha comportato subito, come prima conseguenza, il crollo delle quotazioni sui mercati finanziari statunitensi dove Stellantis ha perso il 9,9% del valore nelle due sedute successive all’annuncio del ricorso. Il gruppo italo-francese, però, ha comunicato alla stessa agenzia Reuters la volontà di “difendersi con vigore” dalle accuse depositate al tribunale federale di Manhattan ritenendo “questa causa priva di fondamento”.
L’America, in queste settimane, si sta rivelando un punto dolente per Stellantis. Prima dell’iniziativa degli azionisti, difatti, erano stati i sindacati dell’United Auto Workers a denunciare la possibilità del licenziamento di ben 2.500 operai, attualmente impiegati nello stabilimento di Warren, nel Michigan, a causa della scelta del gruppo di sospendere la produzione del pick-up Ram Classic 1500. Nei mesi scorsi, per la precisione a marzo, Stellantis aveva già disposto tagli per almeno 400 dipendenti, per lo più tra ingegneri e programmatori, in conseguenza della scelta di spostare altrove la progettazione dei veicoli.
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