Politica

PRIMA PAGINA-Azione perde altri pezzi a favore del centrodestra

di Giuseppe Ariola -


Dai rispettivi staff le bocche sono cucite, così come quelle delle dirette interessate, le ormai ex Azione Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusy Versace. “Il momento è delicato”, “sono giorni complessi” è quanto trapela. Il clima, insomma, è tipicamente quello che si respira quando in corso ci sono delle trattative, ma il quadro non è ancora chiaro. Tutt’altro. Un eventuale rientro in Forza Italia, che da pochi giorni ha riacquistato anche il deputato Enrico Costa, è escluso dai parlamentari azzurri. Lo stesso segretario nazionale Antonio Tajani, il primo ad aver osteggiato già mesi fa un rientro alla casa madre delle già forziste rientrate in Parlamento con le liste di Azione, fuga con nettezza ogni dubbio: “Non c’è nessuna trattativa”. Sembrerebbero quindi trovare conferma le indiscrezioni che vedrebbero le due senatrici e la deputata che hanno lasciato il partito di Carlo Calenda intenzionate ad aderire a Noi Moderati. Idea che trova conforto anche in una nota rilasciata dal presidente del movimento Maurizio Lupi che non ci gira troppo attorno e rivolge un appello “agli amici impegnati in politica che vengono dalla nostra storia – persone come Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusy Versace – e che possono con la loro autorevolezza costruire un percorso per rafforzare l’area moderata del centrodestra”. Che i moderati, ovvero tutta quell’area centrista, laddove è fallito il progetto terzopolista, vedano come proprio interlocutore privilegiato il centrodestra è un dato di fatto, come dimostrano anche le ormai numerose fuoruscite dai gruppi di Azione e Italia Viva, tutte motivate dal timore di trovarsi alleati con il Pd, i Verdi e il Movimento 5 Stelle, o di quello che resterà dei grillini al termine della guerra fratricida tra Grillo e Conte. Una dinamica ormai consolidatasi da tempo che si è affermata quando il bipolarismo è diventato pienamente maturo ed ha rovesciato le dinamiche della prima Repubblica che vedevano la Dc, il partito di centro per eccellenza, privilegiare il dialogo con la sinistra. Ecco perché, al netto dell’enorme tasso di litigiosità che contraddistingue sia Renzi che Calenda, il progetto di un Terzo Polo che guardasse un po’ di qua e un po’ di là, a seconda della opportunità del momento, era destinato a fallire. Come ha detto a L’identità il senatore dell’Udc Antonio De Poli “bisogna distinguere tra coerenza e convenienza: si sta in un progetto politico per coerenza e non per convenienza, a seconda del momento. Nel centrodestra esiste uno spazio che con coerenza occupiamo da molto tempo, ascoltando i nostri elettori e dando risposte in linea con la nostra storia. Da sempre il centro è stato fondamentale nella nascita e nella costruzione di questa proposta politica: a sinistra vedo molta confusione e molto opportunismo. Gli elettori lo sanno e per questo non percepiscono come reali tutte le ipotesi e le proposte che vengono portate avanti in quel campo. La questione è tutta qui”. Percentuali elettorali alla mano è certamente così, ma è vero anche che i movimenti al centro stanno interessando soprattutto le dinamiche parlamentari e quelle dei vari gruppi. I recenti abbandoni subiti da Azione fanno segnare – e su questo Calenda ha ragione – un passaggio di parlamentari dall’opposizione alla maggioranza e il sospetto è che le trattative in corso di Gelmini e Carfagna con Noi Moderati possano coinvolgere anche Fratelli d’Italia e il governo di Giorgia Meloni. La tempistica della fine della liaison con Azione appare, infatti, come inspiegabile, al punto che fonti parlamentari di centrodestra ipotizzano il tentativo di intavolare un dialogo direttamente con l’inquilina di Palazzo Chigi che a breve dovrà rimpiazzare Raffaele Fitto. Certamente è solo una suggestione, ma anche solo l’eventualità allarma Forza Italia. Non tanto per le due ex ministre dei governi Berlusconi e Draghi, quanto per la recente e crescente importanza assunta da Noi Moderati, la quarta gamba del governo a cui gli azzurri guardano con sempre maggiore insofferenza.


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