Economia

Avanzi e saldi, gli italiani mettono a dieta il portafogli

di Giovanni Vasso -


Avanzi e saldi. Dopo i bagordi natalizi, gli italiani si mettono a dieta. Ferrea. Non solo per recuperare la forma perduta. Ma, soprattutto, per far respirare il portafogli. Le famiglie iniziano l’anno all’insegna del riciclo; o meglio, spazzoleranno, almeno quattro su cinque, gli avanzi di cenoni e pranzi delle feste per i prossimi giorni. In attesa che poi, finalmente, partano i saldi per poter rafforzare il proprio guardaroba dopo aver pensato a quello di amici e parenti. Avanzi e saldi, dunque.

Un’indagine Coldiretti-Ixé ha svelato che l’82 per cento degli italiani imbandirà la tavola di gennaio con ciò che è avanzato dal Capodanno. Non è un dato banale. La stragrande maggioranza lo farà per non sprecare tutto quel ben di Dio avanzato dal cenone o dal pranzo. Ma molte famiglie coglieranno l’occasione per risparmiare, almeno, una spesa settimanale al supermercato. I dati sono eloquenti e fotografano la nuova presa di coscienza degli italiani. Quattro famiglie su cinque daranno fondo a ciò che è rimasto ma solo nel 9 per cento delle case non è sopravvissuta alcuna cibaria al valzer delle tavolate delle feste. Il 4% delle famiglie italiane, invece, ha scelto di donare in beneficenza gli alimenti avanzati dal Capodanno. Solo l’1% dei cittadini ha ammesso di aver preferito buttare tutto ciò che non è stato gustato a tavola. Si tratta di un numero davvero esiguo di famiglie. Un segnale che conferma una ritrovata coscienza anti-spreco degli italiani. Mossi, certo, da nobili preoccupazioni per l’ambiente, la sostenibilità e la responsabilità ma “convinti” dalla possibilità di poter apparecchiare la tavola per qualche altro giorno evitando, così, di dover correre al supermercato. Quest’anno, stando ai dati diffusi da Coldiretti e Ixé, le famiglie italiane hanno speso, per il Capodanno, qualcosa come 2,5 miliardi di euro. Una cifra di tutto rispetto che risulta in aumento del 2% rispetto a quelle registratesi giusto un anno fa. La spesa, dunque, può aspettare. Anche perché, adesso, le famiglie stanno aspettando i saldi.

La nuova stagione di ribassi nei negozi inizierà il 5 gennaio. Solo in Valle d’Aosta, l’apertura dei saldi sarà anticipata al 3 gennaio. L’Ufficio studi di Confcommercio già si sfrega le mani. Ci si aspetta un giro d’affari stimato in qualcosa come 4,8 miliardi di euro su base nazionale. La spesa media, a famiglia, sarà di 306 euro mentre per ogni italiano è stato calcolato un esborso pari a 137 euro. Mai come quest’anno, gli italiani saranno attentissimi a ciò che acquisteranno. I vademecum, in rete e non solo, per la nuova stagione dei saldi sono cliccatissimi. Le regole principali sono cinque. I cambi per gli acquisti in negozio, a meno che i prodotti venduti non siano danneggiati, sono rimessi alla discrezionalità dell’esercente, così come la prova dei capi. I negozi dovranno accettare i pagamenti con le carte, i vestiti e gli accessori proposti in vendita dovranno essere attuali, sia per la stagione che per la moda. Niente fondi di magazzino, in pratica. E, infine, su ogni capo dovrà essere esposto il prezzo originale, la percentuale di saldo, ed eventualmente il prezzo finale. Il settore si aspetta una boccata d’ossigeno dalla stagione dei saldi invernali. Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia di Confcommercio, ha sottolineato, a proposito delle previsioni pubblicate dall’Ufficio Studi dell’organizzazione dei commercianti, che “sono stime che evidenziano una tenuta della propensione al consumo degli italiani, dopo un anno complesso in cui la moda ha contribuito in maniera determinante alla discesa ed al contenimento dell’inflazione”. Felloni, infine, ha sottolineato che “questi saldi rappresentano un’eccezionale opportunità per i consumatori che potranno trovare nei negozi di moda un vasto assortimento di prodotti di qualità a prezzi molto convenienti. Il fashion retail si conferma una componente essenziale per il valore e la vitalità di vie, piazze e centri storici e contribuisce alla crescita del Pil e dell’occupazione in Italia”. Avanzi e saldi.


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