Corteo "Il rilancio di Torino parte da Mirafiori" organizzata da tutte le sigle sindacali, Torino, 12 aprile 2024 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
Le cattive notizie, in casa Stellantis, sono come le ciliegie; dopo il tremendo lunedì nero in Borsa, adesso arriva un’altra notizia che fa tremare i lavoratori: Mirafiori resta chiusa, lo stop alla produzione della 500 elettrica è stato ufficialmente prolungato fino a novembre. E il parlamento adesso “chiama” Carlos Tavares: il Ceo del gruppo sarà ascoltato in audizione alla Commissione attività produttive. L’appuntamento è per il prossimo 11 ottobre ma i dipendenti Stellantis sono già sul piede di guerra e c’è l’indizione dello sciopero, fissato per il 18 ottobre prossimo.
La mattinata di ieri è stata punteggiata da annunci. Tutti firmati Stellantis. Il primo era il più atteso, quasi telefonato. Eppure, se possibile, è giunto nel momento peggiore. Lo stop alla produzione della 500 elettrica, che sarebbe dovuto terminare il 14 ottobre dopo essere stato già prolungato dalla scadenza originaria del 13 settembre, è stato prorogato fino al 1 novembre prossimo. Fino a ieri, La ragione va ricercata, come riferiscono dall’azienda, nella “mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa che è profondamente in difficoltà”, e ciò “nonostante la 500e nei primi 8 mesi dell’anno rappresenti il 40% delle vendite nel segmento Ev delle city car (Segmento A) in Europa”. La crisi delle Bev si sta facendo sentire, eccome, anche sul colosso italofrancese. La speranza che il management lascia intravedere ai lavoratori di Mirafiori è in un cambio di strategia commerciale. Anche l’ex Fiat virerà sull’ibrido e già immagina di portare nello storico stabilimento torinese la produzione della 500 ibrida “sulla base dell’attuale 500 elettrica”. Se ne parlerà nel 2026. E i lavoratori, adesso, si chiedono cosa faranno nel frattempo. Stellantis tenta di rassicurarli: “Ribadiamo che alle Carrozzerie di Mirafiori, grazie ad un investimento di 100 milioni di euro, presto sarà potenziata la produzione della Fiat 500e con una nuova batteria ad alto potenziale, integrando nuove tecnologie per renderla più accessibile e migliorare l’esperienza cliente”. Presto. Già. Ma intanto son mesi che gli operai di Mirafiori attendono di poter tornare al lavoro mentre da Stellantis continuano ad arrivare solo blocchi alla produzione. Una situazione insopportabile a cui i lavoratori hanno già risposto con la calendarizzazione di una giornata di sciopero. L’astensione dal lavoro, programmata per venerdì 18 ottobre, sarà estesa a tutti gli operai del settore automotive, anche perché le difficoltà di Stellantis stanno creando più di un grattacapo all’enorme indotto del comparto. L’iniziativa avrà il suo centro a Roma, alla manifestazione nazionale indetta da Fim-Cisl, Fiom-Cigl e Uilm a cui si uniranno, in stato di agitazione, i lavoratori iscritti a Fismic Confsal, Aqcfr e Uglm che insceneranno proteste in otto diverse città italiane. Sette giorni prima, però, ci sarà un altro appuntamento. Cruciale. L’11 ottobre, infatti, è prevista l’audizione del Ceo Carlos Tavares davanti a governo e Parlamento. All’appuntamento, previsto per le ore 13, l’ad Stellantis dovrà fare il punto della situazione sulla “complessa congiuntura internazionale ed europea cui si trova il settore dell’automotive” che, fanno sapere dall’azienda, “richiede risposte rapide, frutto anche dell’interlocuzione fra tutte le realtà del settore coinvolte”. Un’interlocuzione che, specialmente negli ultimi mesi non è stata così serena. Tuttavia quando il gioco si fa duro, anche i duri iniziano a dialogare: “In questo contesto, il contributo e la volontà di dialogo e di confronto di Stellantis è costante a cominciare dal rapporto con le Istituzioni: dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy, guidato dal Ministro Adolfo Urso, al Parlamento”.
L’incontro in agenda, di cui già si sussurrava nella serata di lunedì quando, a Borse chiuse, il disastro Stellantis era ormai chiaro, ha indispettito i sindacati. Che, all’appuntamento dell’11 ottobre, non sono stati invitati. Per Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, “escludere i lavoratori italiani dall’ascolto del parlamento è molto grave”. E ancora: “Fim-Fiom-Uilm da tempo chiedono un confronto con le Istituzioni, a partire da Palazzo Chigi, per affrontare una situazione che si fa sempre più drammatica visto che anche oggi è stata comunicata ancora cassa integrazione da parte di Stellantis”. Per De Palma: “È incredibile che il Parlamento italiano non senta il dovere di ascoltare i lavoratori dell’automotive che il 18 ottobre sciopereranno in tutta Italia e manifesteranno a Roma per rilanciare tutto il settore, compresa la componentistica. La distanza tra le istituzioni parlamentari e i lavoratori italiani sembra in queste ore incolmabile, spetta a chi ha responsabilità istituzionali riconoscere che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro”.