Ambiente

Auto elettriche, in calo vendite e prezzi

di Redazione -


La diffusione delle auto elettriche nel mondo ha rallentato negli ultimi 12 mesi, nonostante negli ultimi anni i prezzi medi di queste vetture siano calati significativamente in Europa, Cina e Stati Uniti, a fronte di un aumento dei costi delle auto a motore endotermico. Questo è quanto emerge dallo studio di JATO Dynamics, “Il prezzo giusto dell’auto elettrica”, presentato a Roma in occasione della partenza della quinta edizione di “From 100% to 5%”, una prova comparativa per misurare l’efficienza di 12 modelli di auto elettriche sul Grande Raccordo Anulare. I risultati del test, che ha coinvolto marchi come Alfa Romeo, Renault, Volvo e Citroen, saranno diffusi il 10 febbraio.

Dal 2019 al 2023, le auto elettriche vendute globalmente sono passate da 1,4 a 7,4 milioni di unità, ma nel 2024 l’aumento è stato di soli 1,2 milioni. Attualmente, il 51% delle vetture elettriche è prodotto da costruttori cinesi, il 22% da americani e il 18% da europei. Lo studio sottolinea che, tra il 2018 e il 2024, il prezzo medio delle auto elettriche nell’Eurozona è diminuito del 15%, mentre quello delle vetture a motore tradizionale è cresciuto del 7%. Negli Stati Uniti il calo dei prezzi delle BEV (Battery Electric Vehicle) è stato ancora più marcato (-25%). Tuttavia, l’Italia resta indietro nella transizione, con una quota di mercato per le auto elettriche ferma al 4%, ben al di sotto della media europea, a causa della scarsità di modelli nei segmenti A e B e di costi ancora elevati. Nel mercato italiano, una vettura elettrica costa in media il 25% in più rispetto a una con motore endotermico, anche se il divario è diminuito rispetto al 2023 (36%). Oggi, il prezzo medio di un’auto elettrica in Italia è di 67.058 euro, superiore alla media europea (62.709 euro) e statunitense (62.044 euro), ma nettamente superiore a quello cinese (29.682 euro). Questo divario è attribuibile anche alla maggiore disponibilità di veicoli elettrici di fascia alta. Tuttavia, il 2025 potrebbe rappresentare una svolta con l’arrivo di nuovi modelli nei segmenti A e B a prezzi inferiori ai 30.000 euro, favorendo una maggiore diffusione.

Il dibattito sulla transizione elettrica ha visto confrontarsi esperti del settore. Felipe Munoz, senior analyst di JATO Dynamics, ha evidenziato come la Cina domini il mercato con prezzi competitivi, mentre in Europa e Stati Uniti la diffusione delle auto elettriche è ostacolata da costi elevati e infrastrutture di ricarica insufficienti. Alessandro Lago, direttore di Motor1 e InsideEVs, ha sottolineato che la varietà di modelli è essenziale per stimolare la domanda e migliorare l’offerta. Ha anche avvertito del rischio che pregiudizi e dibattiti pubblici possano rallentare l’adozione di questa tecnologia. Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di supportare la filiera italiana dell’auto, con investimenti in ricerca e innovazione per rimanere competitivi in un mercato tecnologicamente avanzato. Ha proposto un credito d’imposta per incentivare la transizione elettrica e attrarre investimenti nel Paese. Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE, ha invece suggerito al governo un piano di incentivi pluriennali fino al 2027, una revisione fiscale delle auto aziendali e un potenziamento delle infrastrutture di ricarica. Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, ha concluso affermando che il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta anche per i modelli di massa, con una riduzione dei costi complessivi di gestione rispetto alle auto tradizionali. Tuttavia, ha ribadito l’importanza di politiche di supporto stabili per favorire la transizione e valorizzare il lavoro degli operatori che stanno costruendo una rete di ricarica tra le più avanzate in Europa.


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