Cultura & Spettacolo

Auguri a Re Giorgio, aquila reale in mille sfumature di greige

di Redazione -


di VERONICA BENEDETTA MARINO
Re Giorgio Armani oggi compie 90 anni. Appellativo con il quale è stato, da tempo, affettuosamente incoronato per i successi mondiali e per i modi diretti e, alle volte, autoritari di porsi.
L’ uomo che ha reso quasi dogmatico l’accostamento del nero e blu e l’uso del greige, misto di grigio e beige, ormai intramontabili segni di un’eleganza senza tempo. Unico stilista italiano ad essere rimasto sovrano del suo regno senza mai abdicare ed ultimo portabandiera del nostro tanto fiero Made in Italy, nato negli anni ’80.
In questi lunghi anni di carriera, nessun scandalo ha adombrato o sporcato la sua figura.
Una reputazione che è rimasta lapidaria e immutata come l’immortalità delle statue classiche. Quello che colpisce e stupisce il nostro occhio, di fronte alle sue creazioni, è la sintesi che è riuscito a scolpire tra un’eleganza continuativa e riconoscibile e le nuove tendenze, che spesso si affacciano in questa sua coerenza artistica. Ne ha dato prova anche nella breve tornata della scorsa haute couture parigina di questo fine giugno. Percepiamo subito l’immancabile onestà e coerenza con sé stesso e la sua arte. Veniamo rapiti da ricami e perle opalescenti il tutto condito da un profondo senso dell’equilibrio e della moderazione. “Per il prossimo inverno ho creato abiti che evocassero un’idea di eleganza pacata, discreta e lussuosa allo stesso tempo. Le perle, con la loro lucentezza che incanta e mai abbaglia, mi hanno ispirato nell’ immaginare una donna intensa, seducente, dal fascino lunare appena malinconico”- ha sottolineato lo stilista. Una donna che profuma di uno charme contenuto ma potente, vigoroso.
Uno stile il suo, che mette in primo piano la sottrazione, il togliere piuttosto che l’aggiungere, pur anticipando i tempi, senza esimersi dai cambiamenti e dalle innovazioni. Un tocco che non grida ma sussurra.
Respiriamo nelle sue creature, un pensiero progressista, ma mai caricaturale, sempre discreto e impalpabile, specchio del suo modus vivendi. Parla in modo secco e diretto così come fa fiatare in modo schietto e materico i suoi abiti; Non vuole incarnare il protagonista della scena ma esserne il regista. Armani è essenzialmente un imperturbabile genio “del fruscio della passerella” e non un semplice stilista. Il couturier è diventato famoso per aver costruito un vero e proprio impero della moda e non solo. Armani possiede alberghi, ristoranti, una collezione beauty ed una linea Armani/Casa. Per lui “l’eleganza non significa farsi notare, significa farsi ricordare.” Ed è rimasto nella nostra memoria anche quando, durante la crisi globale causata dal Covid che ha finito per fagocitare anche il mondo della moda, da buon rivoluzionario è riuscito a reinventarsi e diversificarsi. Nella Milano Fashion Week del febbraio 2020, immediatamente prima del diffondersi della pandemia nel nostro paese, è stato il primo marchio ad optare per un défilé a porte chiuse, trasmesso in streaming, per tutelare la salute degli invitati. Le visualizzazioni raggiunsero gli 11 milioni. A settembre dello stesso anno ha trasmesso la sfilata p/e 2021 in prima serata, sull’ emittente televisiva la Sette: qualcosa di mai successo prima. Sempre ed in tutto un pioniere. Anche per questo le sue orme sono indelebili e difficilmente sostituibili, memori della storia di un uomo che si è fatto da solo, che ha lavorato alacremente per una vita intera e che dimostra che l’età è veramente solo un fatto anagrafico. Possiamo solo inchinarci di fronte ad un talento che ha guidato la moda fino alla cima dell’Olimpo.


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