Audizione al Copasir dei magistrati dell’inchiesta su Equalize
È durata all’incirca tre ore l’audizione al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) del procuratore capo di Milano Marcello Viola e di tutti i pm (Alessandra Dolci, Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro) che sono al lavoro sull’inchiesta di Milano inerente le informazioni che sarebbero state esfiltrate abusivamente dalle banche dati strategiche nazionali da parte della società Equalize di Enrico Pazzali con l’obiettivo di confezionare dei dossier. L’audizione dei magistrati dinanzi all’organismo parlamentare è stata “rigorosamente secretata” ed ha avuto luogo dopo una riunione tenuta alla Direzione nazionale antimafia tra il Procuratore nazionale Giovanni Melillo, il Procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola, il sostituto Francesco De Tommasi e il co-assegnatario della Dna, Antonio Ardituro. La dimensione e la delicatezza dell’inchiesta che, in base a quanto emerso dal nuovo interrogatorio reso da Massimiliano Camponovo, tra gli indagati posti agli arresti domiciliari, avrebbe una dimensione anche estera, precisamente a Londra, fa ben comprendere il motivo del particolare riserbo attorno all’audizione, benché le riunioni del Copasir siano comunque sempre soggette al segreto. Resta il fatto che la fitta rete di relazioni intessute dalla società nel mirino degli inquirenti, che coinvolge servizi segreti anche stranieri, alcune tra le principali aziende italiane e numerosi studi legali internazionali, fa supporre che i profili dell’inchiesta siano enormi, oltre che estremamente inquietanti. Tra dossieraggi confezionati su commissione di clienti di vario genere, da privati cittadini a società, e quelli destinati semplicemente ad essere archiviati, il numero di dati ottenuti illegalmente e di soggetti a vario titolo coinvolti è decisamente ragguardevole. E tutto lascia supporre che la parola fine a questo ennesimo caso di dossier elaborati illegalmente servendosi delle più avanzate piattaforme informatiche in uno alle procure e alle forze dell’ordine italiane sia ben lungi dall’essere posta.
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