Attentato in Siria, 15 morti: i filocurdi insidiano al Jolani che si avvicina all’Arabia Saudita
La tensione torna a riaccendersi in Siria proprio nella concomitanza della prima visita all’estero del presidente al Jolani. Almeno 15 persone, la maggior parte lavoratori agricoli, sono rimaste uccise in un attentato con un’autobomba nei pressi di Manbij, nella Siria settentrionale, dove le fazioni filo-turche stanno combattendo le forze curde.
Il distretto di Manbij, a nordest di Aleppo, era stato riconquistato dalle milizie ora al comando del Paese nel dicembre scorso e nel 2016 era stato conquistato, durante la guerra civile siriana, dai curdi sostenuti dagli Stati Uniti. Secondo i ribelli jihadisti, gli Stati Uniti avevano promesso alla Turchia, che sosteneva i ribelli, che i curdi avrebbero lasciato la zona dopo averla liberata dai terroristi dell’Isis, un promessa che non era stata mantenuta.
L’agenzia Sana, citando i soccorritori dei Caschi bianchi, ha parlato di “un massacro” su una strada all’ingresso della città di Manbij con “l’esplosione di un’autobomba vicino a un veicolo che trasportava lavoratori agricoli”. La Difesa civile siriana ha confermato sul suo canale Telegram l’esplosione dell’autobomba.
Le forze di sicurezza locali hanno affermato che potrebbe essere stato compiuto dall’organizzazione terroristica PKK/YPG che, in una campagna durata 40 anni contro la Turchia, ha causato scontri e attentati con oltre 40mila vittime, tra cui donne, bambini, neonati e anziani. Lo YPG è la sua propaggine siriana. che, dopo la caduta del regime di Assad, tenta di sfruttare l’instabilità regionale per creare un “corridoio del terrore” lungo il confine con la Turchia.
Il presidente siriano ad interim Ahmad al-Shareh, detto Al Jolani, domenica era arrivato in Arabia Saudita per incontrare il principe ereditario Mohammed bin Salman, per la sua prima visita all’estero da quando ha preso il potere in Siria dopo aver rovesciato Bashar al-Assad. La presidenza siriana ha pubblicato una foto di Al Jolani e del suo ministro degli Esteri a bordo di quello che sembra essere un aereo privato, con la didascalia “Il presidente Shareh e Assaad al-Shaibani in viaggio per l’Arabia Saudita, prima visita ufficiale”.
Una scelta probabilmente adottata per dimostrare una trasformazione degli allineamenti politici della Siria, avvicinandola ai Paesi del Golfo e allontanandola dall’Iran, che fu uno stretto alleato del regime abbattuto da al Jolani.
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