Esteri

Attentato a Mosca. L’ombra dell’Sbu dietro la morte di Sargsyan

di Ernesto Ferrante -


Armen Sargsyan (noto anche come Armen Gorlovsky), fondatore nel 2022 del battaglione armeno “ArBat”, impegnato sul fronte ucraino al fianco delle forze russe, è morto in ospedale per le ferite riportate nell’esplosione di un ordigno presso il complesso residenziale di Mosca “Alye Parusa”, avvenuta alle 9.45 (ora locale). Oltre a lui ha perso la vita anche un componente della sua scorta, il tenente colonnello Oleg Kaspirovich. Stando a una prima ricostruzione, l’ordigno sarebbe stato recapitato attraverso un corriere e piazzato in un divano nel corridoio.

Sargsyan, era considerato vicino all’ex Presidente Viktor Yanukovich. Era da tempo sulla lista nera di Kiev con l’accusa di avere avuto un ruolo nelle violenze contro i rivoltosi di piazza Maidan nel 2014. Il suo gruppo paramilitare, originariamente composto da armeni e ucraini filo-russi del Donbass, ha combattuto anche nel Kursk. Secondo alcuni analisti, è nato con una funzione di contenimento della “Wagner” di Evgheni Prigozhin, dato per morto dopo che un aereo di sua proprietà è stato abbattuto nei pressi della capitale russa il 23 agosto 2023.

Gli uomini di Sargsyan sono stati gradualmente incorporati nella Brigata Internazionale “Pyatnashka”, che fa parte parte della compagnia “Redut”, sotto il comando diretto del ministero della Difesa russo.

L’operazione si inserisce nella “guerra ombra” condotta dall’Ucraina contro Mosca. Ad entrare in azione sembra essere stata ancora una volta la fitta rete di agenti, collaboratori e basisti dei servizi civili ucraini dell’Sbu.

Lo “Sluzhba bezpeky Ukrainy” ha una enorme capacità di reclutamento e ha trovato il modo di “inserire talpe, entrare nei sistemi di comunicazione in territorio nemico e identificare le vulnerabilità nella rete di intelligence russa”, come ha spiegato qualche tempo fa il deputato ucraino Valentin Nalyvaichenko.

Con più di 30mila dipendenti e un numero ancora maggiore di operativi, è sette volte più grande dell’MI5 e più di quattro rispetto al Mossad israeliano.

Ai servizi ucraini sono attribuite le esplosioni sul Ponte di Crimea, gli attacchi contro le unità navali della Flotta russa del Mar Nero, gli assassini di Darya Dugina, del blogger militare Vladlen Tatarsky e dell’ex deputato ucraino Ilya Kiva.

L’agenzia ha apertamente rivendicato la responsabilità dell’uccisione di Valery Trankovsky, ufficiale di marina, e del generale Igor Kirillov.


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