Cronaca

Attacco con coltello a Mulhouse: il terrore torna a colpire in Francia

di Gianluca Pascutti -

French gendarmes block an access to Trebes, where a man took hostages at a supermarket on March 23, 2018 in Trebes, southwest France. At least two people were killed after a gunman claiming allegiance to the Islamic State group opened fire and took hostages at a supermarket in southwest France. / AFP PHOTO / ERIC CABANIS (Photo credit should read ERIC CABANIS/AFP/Getty Images)


Un nuovo episodio di violenza ha scosso l’Europa. Nel pomeriggio del 22 febbraio 2025, la tranquillità di Mulhouse, città nell’est della Francia, è stata infranta da un attacco con coltello che ha causato la morte di una persona e il ferimento di cinque agenti della polizia municipale, due dei quali in condizioni gravissime.

L’aggressore, un trentasettenne di origine algerina, era già noto alle autorità francesi ed era schedato come individuo a rischio radicalizzazione terroristica. Era presente nell’archivio per la prevenzione della radicalizzazione di natura terroristica (FSPRT) e risultava soggetto a un ordine di espulsione dal territorio francese (OQTF). Nonostante questo, era ancora in Francia sotto sorveglianza giudiziaria. Durante l’attacco, secondo testimoni, avrebbe gridato “Allah Akbar”, facendo immediatamente pensare a un’azione legata all’estremismo islamico.

L’attacco si è verificato nei pressi di un mercato coperto della città, in un’area molto frequentata. La rapidità e la ferocia dell’aggressione hanno colto di sorpresa le forze dell’ordine, che hanno cercato di neutralizzare l’attentatore. Tra i feriti, due agenti sono stati colpiti gravemente, uno alla carotide e l’altro al torace, mentre altri tre hanno riportato lesioni più lievi. L’aggressore è stato infine arrestato.

Questo episodio si inserisce in un preoccupante trend di attacchi simili che stanno colpendo diverse città europee negli ultimi mesi. Dalla Francia alla Germania, dal Belgio alla Austria, l’Europa sembra vivere una nuova ondata di violenza, spesso perpetrata da individui già schedati come pericolosi ma comunque liberi di agire. Il caso di Mulhouse solleva ancora una volta interrogativi sulle politiche di sicurezza, sulle misure di prevenzione e sull’efficacia dei sistemi di espulsione per soggetti considerati pericolosi.

Il clima di tensione si fa sempre più palpabile, con i cittadini che si chiedono quanto sia sicuro muoversi nelle proprie città. La paura si diffonde, mentre le autorità cercano di rassicurare la popolazione con nuove misure di sicurezza e strategie di prevenzione. Tuttavia, episodi come questo dimostrano che la minaccia è ancora presente e che il rischio di nuovi attacchi resta elevato.

L’Europa si trova di fronte a una sfida complessa: trovare un equilibrio tra la libertà individuale e la necessità di proteggere i propri cittadini. Il tempo per agire stringe e le risposte dovranno essere rapide ed efficaci per evitare che il terrore continui a colpire indisturbato.


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