Arriva (forse) l’obbligo di assicurazione sulla casa, si prepara un altro balzello per le famiglie? Le parole del ministro alla protezione civile Nello Musumeci sulle intenzioni del governo riguardo le assicurazioni obbligatorie mettono in allarme famiglie e cittadini.
Nemmeno il timing è davvero precisissimo dal momento che il ministro ha parlato all’indomani dell’alluvione che ha colpito la Romagna affermando, in un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale che, “sarà un processo graduale, ma il tempo in cui lo Stato aveva soldi per tutti e per sempre è finito”. Ciò comporterebbe, nell’analisi di Musumeci che “ogni cittadino, in base alle proprie possibilità, dovrà contribuire a mettere al sicuro i propri beni da rischi naturali sempre più incombenti”. Detto meglio e al netto del politichese, fatevi l’assicurazione e pagatevela voi. “Negli ultimi anni sono aumentate nel mondo tempeste, alluvioni, inondazioni, incendi, terremoti – ha dichiarato Musumeci -.
E sono cresciute le difficoltà dei mercati assicurativi nel fornire copertura sufficiente a fronte dell’aumentare dei danni ai privati. Il partenariato pubblico-privato può dunque non solo ridurre il carico finanziario sugli Stati durante i disastri naturali, ma anche promuovere stabilità finanziaria e protezione degli assicurati”. Quindi, per risparmiare risorse, si torna praticamente allo Stato liberale dell’800. O giù di lì. Musumeci ha provato, qualche ora dopo, a raddrizzare il tiro: “La legge sulla polizza è già obbligatoria per le aziende, per quanto riguarda famiglie e abitazioni, per le case c’è aperto un confronto, un ragionamento per capire intanto se le compagnie di assicurazione sono disponibili”.
Una domanda retorica: meno del 5% degli immobili di proprietà, secondo Ania così come riportò Assinews, era assicurato nel 2021. In pratica, l’obbligo di assicurazione sarebbe un assist a porta vuota per le compagnie. “Noi puntiamo su un partenariato pubblico privato. Resta da decidere se deve essere, come io sostengo almeno nella prima fase, facoltativa”. Ecco, la prima fase. Poi ne verrà, a quanto pare, una seconda. Intanto in questa, di fase ( sia politica che polemica) arrivano strali dalla presidenza della Regione Emilia Romagna sulla proposta: “Così il governo scarica tutto sui cittadini – ha spiegato Irene Priolo -, non tutti possono permettersela, così il rischio è che gli ultimi diventino non abbienti e che non tuteliamo il diritto alla casa”.
Del resto non è mica un mistero che il patrimonio immobiliare italiano appartenga alle famiglie e non alle grandi imprese, magari finanziarie o, perché no, assicuratirve. Il timore, dunque, è che nei fatti “il partneriato pubblico privato” si possa risolvere in un altro balzello sulle famiglie proprietarie sarebbe una iattura per i cittadini mentre i grandi fondi che non aspettano altro che iniziare lo shopping immobiliare nel nostro Paese, già si fregano le mani.