Cronaca

Assalti ai bancomat e incursioni in casa: è boom con la SPV

di Ivano Tolettini -

Un fermoimmagine tratto da un video mostra un momento dell'operazionedei carabinieri della Compagnia di Pontremoli, denominata 'Marmotta', coordinata dalla procura della Repubblica di Massa, nei confronti di 29enne bolognese, già conosciuto alle forze dell'ordine, individuato quale componente di un commando criminale specializzato in furti a sportelli bancomat che venivano fatti esplodere con ordigni artigianali, 11 maggio 2019. ANSA/ CARABINIERI ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++


Un boom di assalti notturni agli sportelli bancomat e dei furti nelle abitazioni, in qualche caso anche con i proprietari in casa. Le autostrade portano un aumento dei flussi non solo delle merci com’è di palmare evidenza, ma, e questa è una evidenza empirica, anche dei criminali che si spostano più rapidamente per raggiungere gli obiettivi da depredare. Nessuno avrebbe mai potuto prevedere, perché come sempre la cronaca supera anche la più fervida fantasia di uno scrittore, che l’inaugurazione integrale della Pedemontana Veneta lo scorso maggio, tra le province di Vicenza e Treviso con i suoi 96 chilometri e i 16 caselli, sarebbe stata sfruttata con maggiore frequenza anche dalle bande di fuorilegge. Nel solo Vicentino, tanto per dare delle cifre, i 10 nuovi caselli della SPV da Montecchio Maggiore al Bassanese, sommati agli 8 della Valdastico Sud e Nord (da Noventa a Piovene Rocchette) e ai 5 della A4 Brescia-Padova (da Montebello a Grisignano di Zocco), disegnano una mappa autostradale con 22 stazioni per il pagamento dei pedaggi, che non ha molti altri eguali nelle province italiane. Questo avrebbe (in parte) contribuito, secondo un’analisi delle forze dell’ordine, a invogliare le bande criminali a mettere nel mirino i bancomat degli istituti bancari e numerose abitazioni nei dintorni dei caselli, proprio perché dopo i colpi forniscono ai predatori notturni delle rapide possibilità di fuga con l’ entrata e l’uscita dalle strade a scorrimento veloce per far perdere le tracce e percorrere in breve tempo lunghi tragitti. La stagione autunnale porta con sé l’aumento delle ore di buio e la possibilità per i malviventi di commettere furti nelle abitazioni e rapine negli esercizi commerciali. Negli anni Ottanta e Novanta il Nordest era stato attraversato dalle scorrerie delle bande ribattezzate “batterie”, perché erano una vera e propria organizzazione manageriale di stile mafioso, di Felice Maniero ai danni ad esempio delle gioiellerie e dei laboratori orafi della fertile provincia vicentina. Più di recente, invece, si assiste a un incremento degli assalti agli sportelli ATM, in particolare modo delle Banche di Credito Cooperativo, tanto che il prefetto di Vicenza, Salvatore Caccamo, di recente ha convocato sia un comitato provinciale interforze per fare il punto della situazione dell’ordine pubblico, che il rappresentante dell’Associazione Bancaria Italiana per far sottoscrivere un documento per l’adozione di misure di difesa passiva più efficaci a protezione dei bancomat. “Abbiamo registrato – spiega ai cronisti il prefetto – che gli sportelli delle Casse Rurali sono i più facili da aggredire e, pertanto, abbiamo deciso di fare il punto della situazione per sollecitare idonee misure di prevenzione”. Nel giro di pochi giorni, sul finire di ottobre, sono state una raffica le razzie a Montegaldella, Rossano Veneto, Tezze sul Brente, Casoni di Mussolente, Sandrigo e Vicenza per rimanere nella terra berica, senza conteggiare i furti nel Veronese e nel Padovano. Polizia e carabinieri hanno intensificato i controlli e le bande che operano sono almeno tre. Un paio di anni fa erano state una dozzina le persone arrestate per gli assalti ai bancomat, ma il turnover evidentemente è sempre alto tra chi decide di scegliere la strada dell’illegalità. Gli assalti notturni ai bancomat portano con sé anche un pericolo per i cittadini, perché spesso gli istituti di credito sono situati al piano terra di condomini e palazzi e trattandosi di incursioni con l’esplosivo per far deflagrare i caveau oltre ad arrecare danni agli edifici sono un pericolo per la gente. Insomma, un clima tutt’altro che tranquillo si respira nelle province venete. “Proprio per coordinarci meglio e contrastare questo fenomeno criminale che inquieta l’opinione pubblica – sottolinea conversando con i cronisti il prefetto Caccamo – ho colto l’occasione per analizzare il fenomeno in un comitato con le forze di polizia che ho convocato anziché in prefettura a Vicenza in provincia a Montegalda”. La tecnica utilizzata dai delinquenti per far saltare gli sportelli ATM è quella della “marmotta”, una carica esplosiva di fabbricazione artigianale che a volte può non rivelarsi adeguata per far arraffare il denaro, ma che ugualmente provoca danni per un sacco di migliaia di euro ai danni degli edifici. E come hanno riscontrato gli investigatori le vie di fuga dei banditi spesso avvengono sulle autostrade. Poiché sono tre quelle che solcano il Vicentino con ben 22 caselli, i fuorilegge si spostano in modo più veloce anche per lunghe percorrenze.


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