Artigiani a rischio estinzione, in dieci anni Torino perde più di 21mila unità
L’allarme arriva da Confartigianato: per quanto riguarda le regioni, il Piemonte si colloca al terzo posto nella perdita di artigiani con -46.139 (-25,8%) dopo Abruzzo (-29,2%) e Marche (-26,3%). In termini assoluti invece a perdere più artigiani sono state Torino con -21.873 unità, Milano -21.383. Il dato medio nazionale è di -22%.
La difficoltà a reperire artigiani in Italia è un fenomeno crescente. I dati forniti dall’ufficio studi di Confartigianato indicano che nel 2023 le imprese italiane non sono riuscite a reperire il 45,1% della manodopera necessaria.
Preoccupanti anche i dati forniti dalla CGIA di Mestre che ha elaborato i dati dell’Inps e di Infocamere e Movimprese: se nel 2012 le imprese artigiane erano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno); ora il numero totale sfiora quota 1.457.000. In questi undici anni si è assistito a una caduta verticale, che si è interrotta solo nell’anno post Covid (+2.325 tra il 2021 e il 2020).
“Crediamo sia arrivato il momento di metterci tutti attorno ad un tavolo e discutere di un fenomeno che presenta più aspetti: da una parte assistiamo ad una moria di imprese artigiane e dall’altro registriamo una difficoltà sempre più crescente nel reperire manodopera specializzata – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Imprese Torino. L’analisi del mismatch va affrontata sotto vari punti di vista. Dobbiamo agire in fretta, condividendo una strategia territoriale e regionale con le istituzioni, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, mondo dell’istruzione e della formazione, che consenta di poter avviare una nuova stagione politica. È il momento di programmare politiche adeguate e incisive che investano il settore economico e sociale e che siano concertate e condivise con tutti i soggetti interessati, pubblici e privati”.
C’è poi il tema della crisi demografica. Denatalità e invecchiamento della popolazione inevitabilmente influiscono sulla mancanza di candidati e sulla carenza di capitale umano.
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