Flash mob apicoltori: il miele nella morsa di Cina e Ucraina
Sit-in degli apicoltori italiani in tute gialle per denunciare il rischio collasso dell'apicoltura italiana, Roma 20 marzo 2024. ANSA/FABIO FRUSTACI
Apicoltori sul piede di guerra. Ieri a Roma, in piazza Santi Apostoli, s’è tenuto il flashmob degli operatori di un settore economico che rischia grosso. Da un lato, infatti, ci sono gli effetti del cambiamento climatico che pesano, e non poco, su quantità e qualità della produzione. Dall’altro, invece, c’è la vicenda legata al dumping internazionale, alla concorrenza agguerritissima che arriva dalla Cina e che si impernia sul “miele da laboratorio”. Per non farsi mancare nulla, ieri l’Ue ha confermato la sospensione dei dazi ai prodotti agricoli ucraini. Tra questi, naturalmente, c’è anche il miele. Ce n’è abbastanza per convincere gli apicoltori a scendere in piazza per chiedere al governo di fare qualcosa, di impegnarsi a difesa di un settore che contribuisce, e non poco, all’eccellenza del Made in Italy. La protesta degli apicoltori ha trovato riscontro nelle parole del presidente della Commissione agricoltura Mirco Carloni, che ha abbracciato le ragioni della protesta: “C’è una grande differenza tra un miele fatto in Italia e l’altro miele. Lo sappiamo bene e la commissione è al vostro fianco. Per questo stiamo predisponendo un testo per tutelare la tracciabilità del prodotto”. Paolo De Castro, presidente della Commissione Commercio ha annunciato lo stop alla speculazione dall’Est: “L’accordo raggiunto la scorsa notte tra i negoziatori di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione conferma la solidarietà europea nei confronti dei produttori agricoli ucraini colpiti dall’aggressione russa, e garantisce un’adeguata protezione per le produzioni dell’Unione dalle speculazioni commerciali. L’accordo aggiunge mais, miele, avena e semole alla lista di prodotti coperti dal cosiddetto freno di emergenza”.
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