Economia

L’Antitrust Ue benedice le nozze Ita-Lufthansa

di Giovanni Vasso -


Si può fare. Il matrimonio tra Ita Airways e Lufthansa ha ricevuto la benedizione solenne dell’Antitrust europea che ha impresso il nulla osta alle nozze dell’aria tra la compagnia tedesca e l’erede della vecchia Alitalia. La Commissione Ue ha approvato l’unione “dopo un’approfondita indagine e una lunga trattativa tra le parti e l’Unione europea”. Esulta il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti che rivendica “un successo italiano, europeo e tedesco” anche “rispetto a un durissimo negoziato” che chiude “una storica e annosa vicenda”. La nuova alleanza italo-tedesca, ha spiegato il titolare del dicastero del Mef, “ci conforta e ci consente di sviluppare il traffico aereo da e per l’Italia, di sviluppare l’economia italiana”. Le prospettive di Giorgetti sono importanti: “Roma diventerà l’hub di riferimento per l’America e l’Africa”. Non si tratta né di sogni né di parole banali. Perché il cuore della vicenda sta nei “paletti” messi dall’Antitrust Ue per evitare che l’intesa tra Lufthansa e Ita potesse creare una sorta di super-top player in grado di lanciare una vera e propria Opa sui trasporti aerei tra Europa centrale e meridionale. “I remedies dell’Ue non sono un elemento che ostacola crescita, né la possibilità di essere profittevole e non viene compromessa il piano di sviluppo”, ha affermato il presidente Ita Antonino Turicchi, secondo cui “le rotte in sovrapposizione non rappresentano neanche l’1% del fatturato e quando ci siamo confrontati sul lungo raggio non si è mai messa in discussione la capacità di crescita dell’azienda”. Dunque è, per i vertici della compagnia italiana, il momento di festeggiare: “Per questo matrimonio, che sarà di lungo termine, faremo trovare la casa in ordine e noi ben vestiti”, ha spiegato Turicchi facendo riferimento ai 400 milioni in cassa, al netto del finanziamento e dell’aumento di capitale di Lufthansa e all’aumento della capacità del 30% dall’inizio dell’anno, con un load factor oltre l’80%. “Questa è stata un’operazione dettata dalla logica perché in Europa per poter competere nel mercato mondiale si deve rafforzare”.

Il closing dell’affare avverrà dopo l’estate, non prima (né oltre) quattro mesi. Poi verrà convocata l’assemblea dei soci che procederà all’aumento di capitale da 325 milioni di euro e, quindi, a indicare il nuovo consiglio d’amministrazione (che sarà composto da cinque membri designati dal Mef e due da Lufthansa) oltre al nuovo Ad. “Sarà qualcuno che capisce Lufthansa, l’aviazione e l’Italia perché l’integrazione tra le due compagnie dovrà essere anche culturale e questo dipende dalle persone”, ha dichiarato il Ceo di Lufthansa Carsten Spohr. Che ha rassicurato: “Il nome? Occorrono spalle larghe, ma lo dirò prima a Giorgetti e soltanto dopo ai media”. Poi spazio al sollievo: “E’ stato un lungo viaggio e il giorno è arrivato, un giorno con molti vincitori. Ora ci sono più collegamenti e più concorrenza. Sarà una partnership di grande successo, Lufthansa riconosce la sua grande responsabilità verso Ita e l’economia italiana”. L’opzione tedesca, per Giorgetti, ha rappresentato “l’unica soluzione e l’unica possibilità per dare una prospettiva di lungo termine anche per i dipendenti”. Che fine faranno? Il ministro afferma che il riassorbimento dei 1.300 dipendenti Alitalia in cassa integrazione “dipenderà dallo sviluppo che Ita potrà avere e l’ingresso in questo gruppo ci conforta rispetto alla solidità aziendale”. Anche perché “il piano industriale sarà ulteriormente rafforzato” e, ha affermato il ministro, “lo Stato ha fatto la sua parte”. A proposito di Stato, Giorgetti s’è poi soffermato sull’altro (grande) tema in materia di partecipate e grandi affari. Cioè il caso, o meglio, la cessione, finalmente perfezionatisi dopo qualche mese, della rete Tim al fondo Kkr. Il titolare del Mef non ci sta a passare per “liquidatore” e, anzi, rilancia: “Per quanto riguarda la rete Telecom noi abbiamo comprato e non venduto. Ha venduto Tim che è una società privata in virtù di privatizzazioni fatte dalla sinistra tanto tempo fa della cui bontà non entro nel merito”.


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