Cultura & Spettacolo

Andrea Arcarisi: “Lo spazio, Elon Musk: andata e ritorno oltrei confini della Terra”

di Anna Lina Grasso -


Il giovane ingegnere robotico siciliano Andrea Arcarisi sembra un protagonista dei racconti di Asimov, che nell’arena industriale attuale, si distingue per essere stato selezionato tra i pochi studenti europei e undicesimo italiano per il programma di astronauta analogico presso l’Analog Astronaut Training Centre (AATC) in Polonia, in collaborazione con lo Space Technology Centre di Cracovia (EUSPA-ESA), dopo aver superato una selezione rigorosissima. La missione ha riguardato nello specifico diverse simulazioni di vita nell’ambiente della Stazione Spaziale Internazionale e diversi esperimenti scientifici personali.

Andrea Arcarisi, Cosa significa far parte del programma di astronauta analogico presso l’Analog Astronaut Training Centre?
L’esperienza come astronauta analogico rappresenta un vero e proprio trampolino di lancio per chi aspira a diventare astronauta. Durante questo programma, ci si prepara non solo dal punto di vista scientifico, ma anche psicologico e fisico, vivendo in prima persona situazioni che simulano i viaggi spaziali, la vita a bordo delle stazioni spaziali e persino future colonizzazioni di altri pianeti. È un percorso che forma individui capaci di affrontare sfide complesse e situazioni ad alto rischio, mantenendo lucidità e competenza, qualità fondamentali per la comunità scientifica. Inoltre, questa esperienza permette di testare sé stessi in vista delle selezioni per astronauti, che, come nel caso dell’ESA, si tengono solo una volta ogni dieci anni.

Qual è l’esperienza di missione più importante cui hai preso parte?
L’esperienza più significativa è stata la “One Man Mission” di ottobre 2023, durante la quale ho trascorso due settimane in completo isolamento all’interno di una stazione spaziale simulata a terra. In questo contesto, ho affrontato numerosi compiti scientifici, resistendo all’isolamento tipico delle missioni spaziali e superando prove di emergenza. È stata una sfida tanto mentale quanto emotiva, ma grazie alla determinazione sono riuscito a completare ogni incarico, inclusa la realizzazione di due prototipi scientifici. Uno di questi, oggi, è diventato il nuovo prototipo sviluppato dallo Space Systems Laboratory dell’Università di Pisa, sotto la direzione del professor Salvo Marcuccio, e rappresenta il futuro sistema di controllo d’assetto per dispositivi nella stratosfera tramite palloni HAB.

Cos’è per te lo spazio?
Lo spazio, per me, è come una grande avventura, simile al Far West di un tempo: è un luogo sconfinato e misterioso, pieno di possibilità ma anche di sfide che non possiamo ancora immaginare. È qui che l’umanità può sognare in grande, creare nuove tecnologie e forse, un giorno, trovare una seconda casa su pianeti come Marte. Allo stesso tempo, lo spazio ci spinge a collaborare come mai prima d’ora.

Cosa pensi dei progetti di Elon Musk?
Elon Musk è un innovatore che ha cambiato molti settori, come i pagamenti online con PayPal e le auto elettriche con Tesla. Con SpaceX, sta rendendo i viaggi spaziali più accessibili, puntando a farci arrivare su Marte. Anche se a volte dice cose provocatorie o discutibili, la sua visione del futuro è chiara e ambiziosa: vuole spingere l’umanità oltre i confini della Terra. Quello che lo rende speciale è il suo modo di pensare in grande.


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