Attualità

Ancora l’alluvione in Emilia Romagna e la Regione latita

di Ivano Tolettini -


Sedici mesi dopo l’Emilia Romagna e una porzione di Marche sono assediate da un’altra alluvione. Decine di Comuni sono sott’acqua. Con morti, danni ingentissimi alle infrastrutture pubbliche e alle strutture private, a case e aziende, decine di migliaia di cittadini disperati. Oltre mille le persone sfollate, mentre due sono disperse a Bagnocavallo nel Ravennate. In 24 ore nelle province di Ravenna, Forlì e Bologna sono caduti oltre 350 millimetri di pioggia facendo esondare i corsi d’acqua Lamone, Santerno, Montone, Idice, Sillaro, Tramazzo, Marzone e Senio. Anche nelle Marche ci sono Comuni allagati. La Regione Emila Romagna dopo l’alluvione del maggio 2023 ha ricevuto 94 milioni per le emergenze e ne ha spesi 49, mentre per la sicurezza idraulica Roma ha stanziato 102 milioni, ma Bologna non avrebbe speso un euro. Il governo di Giorgia Meloni attacca:

“La Regione non ha fatto tutto quello che doveva in questi sedici mesi, sono stati spesi pochi fondi e sono state prodotte tante parole”. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, va giù duro: “Se l’Emilia Romagna potesse farci il favore di farci sapere quanto è stato speso delle risorse assegnate dai vari governi in dieci anni, più di mezzo miliardo di euro, e ci dicesse quali sono i territori più vulnerabili ancora, noi potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario. Non si può sempre chiamare in causa l’alluvione del 2023”. La presidente facente funzione, Irene Priolo, replica arrabbiata che “le piogge cadute sono state superiori al peggior modello previsionale, basta sciacallaggio dal governo Meloni mentre la nostra gente deve ancora mettersi in salvo”. Dunque l’ennesimo cataclisma ambientale che colpisce il nostro Paese innesca anche una querelle politica perché tra poche settimane si vota per l’elezione del nuovo governatore dell’Emilia Romagna. Sedici mesi dopo tra la gente si rivivono le stesse emozioni e lo stesso terrore, soprattutto (ma non solo) a Traversara di Bagnocavallo, 500 anime, dove da ieri non si hanno più notizie di due persone che si erano rifugiate sul tetto di un edificio che è collassato sotto la furia delle acque del Lamone, che hanno squarciato un argine.

La gente è stata salvata sui tetti dagli elicotteri dei vigili del fuoco, della protezione civile e delle forze dell’ordine. È intervenuto anche l’esercito per portare sollievo alla popolazione. Gravi allagamenti anche nella zona di Faenza, già martoriata nel maggio 2023, nel Bolognese ed a Lugo di Romagna dove sono centinaia gli sfollati. Con queste premesse sono inevitabili le polemiche. La domanda è perché si è alle prese con un’altra alluvione. “Molti lavori sono stati eseguiti dal 2023, ma evidentemente non è bastato”, spiegano numerosi sindaci. La gente invece è molto critica. Lo scambio di accuse tra governo e pezzi dell’opposizione, in particolare Pd, è proseguito per tutto il giorno. “La Protezione civile – afferma il ministro Musumeci – ha distribuito alle Regioni 1,2 miliardi negli ultimi due anni come fondi Pnrr e all’Emilia-Romagna sono andati oltre 90 milioni. Credo che non sia un problema di risorse, ma di programmazione e di progettazione, di trasformare le idee in azione. Speriamo che questa ondata di maltempo possa attenuarsi nelle prossime ore, ma nessuno si faccia illusioni perché se un territorio fragile e vulnerabile non viene attrezzato come si deve, rimane sempre esposto agli attacchi della natura”. Punta nel vivo la governatrice Priolo risponde che “trovo insolito che si faccia una conferenza stampa per evidenziare i problemi di una gestione quando ancora siamo in corso di un evento e per individuare in modo poco istituzionale delle responsabilità, attribuendole a sindaci, enti locali e Regioni, dimenticandosi che noi stessi stiamo continuando a gestire tantissimi cantieri, tantissimi interventi, e soprattutto dimenticandosi che il governo ha fatto la scelta di gestire tramite il commissario Figliuolo l’emergenza del 2023”. La segretaria Pd Elly Schlein replica alle critiche del governo: “L’ho trovato uno sciacallaggio a fini di propaganda, siamo in una situazione drammatica e la popolazione è stremata”. Ma il ministro Musumeci, a nome del governo Meloni, incalza che “il compito della prevenzione strutturale e infrastrutturale è di competenza delle Regioni”. Ad aggravare un difficile quadro sul fronte della prevenzione anche i veti ambientali e i troppi ritardi che hanno impedito la costruzione di dighe e le opere per mettere in sicurezza il territorio.


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