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Ancora in culla, in frantumi il “modello Foggia” del campo largo: baruffa sulle deleghe, sindaca a rischio decadenza

di Angelo Vitale -


Il tempo di un brindisi, 48 ore fa, per la proclamazione dei 32 eletti nel Consiglio comunale, a 45 giorni dal voto dello scorso ottobre che aveva battezzato la vittoria della candidata sindaca Maria Aida Episcopo, una senza tessera che si definisce fan del “campo largo”, e si assiste già alla frantumazione del “modello Foggia” su cui due mesi fa i vari pezzi dell’opposizione nazionale al centrodestra inciamparono quasi per caso, celebrando la vittoria di quello che veniva auspicato essere il ritorno in campo di quel “campo largo” tra Pd, 5Stelle ed epigoni vari che sembra da tutti inseguito senza poi alcuna convinta determinazione a lavorarci, sul piano nazionale e quello locale, considerati i continui distinguo da parte di tutti i protagonisti in campo. A partire da quelli primari, Elly Schlein e Giuseppe Conte, oggi fotografati a scambiarsi baci e abbracci in una manifestazione di piazza dove il garbo e l’enfasi delle bandiere lo esige. E ieri e domani a dividersi in Parlamento sulle mosse da adottare contro quelle della maggioranza.

A Foggia la notizia, disarmante per questa vicenda e insieme sconfortante per raccontare ancora una volta come le esigenze del “fare” si misurino ad ogni latitudine geografica e politica sul “quanto posso comandare” più che su un modello ispirato di governance, è che è già scoppiata una baruffa tra 5Stelle e Pd sull’assegnazione delle deleghe cui la Episcopio dovrà assolvere per ufficializzare la sua giunta nel primo Consiglio comunale.

I media locali annunciano un vertice di maggioranza per lunedì, previsto come “infuocato”. E raccontano che la discussione non verterà – ad esempio – su come contribuire a tirare fuori subito Foggia dall’ultimo posto dove la sua provincia è stata giorni fa classificata per la qualità della vita. Si parlerà, molto più concretamente di quali deleghe toccheranno al Pd e ai 5Stelle. Nessun accenno, dai prossimi partecipanti, a quelle che le liste locali escluse dalla spartizione delle poltrone indicano come “emergenze”, come quella meteo che lascia dormire al freddo tanti senza dimora.

Inestricabile e a tratti incomprensibile, per osservatori esterni alla città, la narrazione dei “ragionamenti” fatti sul peso elettorale e reale nel Consiglio comunale di ogni componente del “campo largo” made in Foggia. Ciò che emerge, alla fine, è quanto ingolosiscano Pd, 5Stelle e Italia Viva e Azione che hanno ispirato le liste locali vincenti, le deleghe Urbanistica” e “Lavori pubblici”. Quelle, per parlare proprio chiaramente a tutti, attraverso le quali si manovrano gare e gestiscono appalti.

C’è pure una ciliegina avvelenata, su questa torta indigesta del modello Foggia in crisi. La segnala un consigliere di opposizione, Giuseppe Maniero. La Episcopo è a rischio decadenza perché in aspettativa solo dall’incarico di provveditore a tempo determinato che ricopriva senza aver cessato le sue funzioni di dirigente dell’Ufficio scolastico regionale. Già depositato in Tribunale e Prefettura un ricorso di otto pagine e dieci allegati, tra 20 giorni possibile l’udienza. Se dovesse dare ragione a Mainiero, il Consiglio comunale sarebbe sciolto e Foggia dovrebbe avviarsi ad un commisariamento e a nuove elezioni.


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