Esteri

Anche Trump vuole il suo Iron Dome

di Giuseppe Ariola -


Donald Trump si prepara a firmare un ordine esecutivo per sviluppare uno scudo missilistico simile all’Iron Dome israeliano. Il progetto, che richiama lo “scudo spaziale” di Ronald Reagan del 1983, punta a rendere gli Stati Uniti invulnerabili ai missili balistici, inclusi quelli nucleari. Tuttavia, l’adattamento dell’Iron Dome, efficace al 90% su scala ridotta, rappresenta una sfida per un Paese vasto come gli Stati Uniti. La Raytheon propone il sistema SkyHunter, sviluppabile negli Usa, mentre Rafael, il produttore dell’Iron Dome, è disposto a collaborare per un sistema più avanzato. Intanto, Trump ha ottenuto una rapida vittoria diplomatica contro la Colombia sul rimpatrio dei migranti clandestini. Dopo il rifiuto iniziale del presidente colombiano Gustavo Petro di accettare voli con migranti in catene, Trump ha minacciato pesanti sanzioni, tra cui dazi del 25%-50%, restrizioni sui visti e sanzioni bancarie. Petro ha tentato di resistere, sottolineando che in Colombia risiedono oltre 15.000 statunitensi irregolari e dichiarando che il Paese accoglie tutti, senza discriminazioni. Tuttavia, la pressione economica e diplomatica ha costretto Bogotà a cedere in poche ore, accettando tutte le condizioni statunitensi, incluso l’uso di aerei militari per i rimpatri. La Casa Bianca ha celebrato la resa colombiana come un segnale della rinnovata autorità degli Usa sulla scena internazionale. Parallelamente, l’amministrazione Trump sta intensificando le retate contro gli immigrati irregolari. Gli agenti dell’ICE hanno ricevuto l’ordine di aumentare drasticamente gli arresti giornalieri, passando da poche centinaia a oltre 1.200-1.500. L’obiettivo, simile a un “piano di produzione”, ha già portato a circa mille arresti in un solo giorno, scatenando polemiche e il rischio di errori che potrebbero coinvolgere immigrati regolari o innocenti. Il nuovo segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha promesso il pieno supporto dell’esercito nelle deportazioni di massa, mentre si prevede il bando dei transgender e dei programmi sulla diversità nelle forze armate. Sul fronte commerciale, dal primo febbraio Trump minaccia dazi del 25% contro Messico e Canada se non intensificheranno il controllo dei flussi migratori e del traffico di fentanyl. Questi sviluppi evidenziano l’approccio aggressivo del presidente nella politica estera e interna, volto a rafforzare la sovranità nazionale e la percezione di una leadership determinata e inflessibile.


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