Anbi: Bene le piogge. Ma il Sud Europa è sempre più a rischio desertificazione
“Dalla siccità al rischio alluvionale, il passo è breve”: Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) intende sottolineare che, seppure ci sia diffusa percezione che le recenti e abbondanti piogge abbiano risolto l’insufficienza idrica, soprattutto al Centro Sud e che sia innegabile che le precipitazioni abbiano dato ristoro ai territori assetati del Mezzogiorno finora colpiti da mesi di aridità estrema ed anomalie termiche da record, “gli scompensi non sono risolti” e l’attenzione deve continuare ad essere massima.
A segnalare con evidenza la gravità della situazione, la mappa dell’European Drought Observatory che alla fine del mese scorso indicava un’evidente sofferenza idrica innanzitutto nella fascia adriatica centro-meridionale (dalla Romagna alla Puglia) ma pure nella quasi totalità della Basilicata, in buona parte della Calabria, lungo la costa livornese e laziale e soprattutto nelle due isole maggiori (in Sicilia l’uso dell’acqua è razionato in oltre un centinaio di comuni con vere e proprie “zone rosse” tra le province di Catania, Caltanissetta ed Enna).
Massimo Gargano, dg Anbi, richiama la necessità di “una profonda riflessione sulle politiche idriche Ue, perché la crisi climatica sta sconvolgendo equilibri storici e spinge il Sud Europa verso scenari africani con crescenti territori a forte rischio desertificazione”. Occorre rispondere – afferma – “con manutenzione, innovazione e nuove infrastrutture, ma anche con adeguate politiche che ne considerino la specificità territoriale”.
Intanto, l’Italia tira un respiro: piogge e nevicate hanno idricamente riequilibrato le regioni settentrionali e l’arco alpino. Resta – segnala Anbi – il preoccupato rammarico che tale abbondanza d’acqua non venga perlopiù capitalizzata in bacini, così da creare riserva per l’annunciato ritorno di fenomeni climatici con forte aumento delle temperature.
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