Altro che “aspetta e spera”, speranza è movimento
Il Santo Padre è stato ospite di Fabio Fazio nella puntata di domenica scorsa, 19 gennaio, in merito alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa”. Tale apparizione è la terza, in ordine di tempo, che Sua Santità concede al popolare conduttore; logico supporre che stia diventando una consuetudine molto importante. Nonostante l’infortunio al braccio dovuto alla caduta avvenuta presso la sua residenza sita nella Casa Santa Marta in Vaticano, per il quale il pontefice ha rassicurato il pubblico riguardo le sue condizioni di salute, a tal proposito ha dichiarato: “Il braccio sta bene, si muove meglio”. Vale la pena di ricordare che già lo scorso anno vi fu la partecipazione di Papa Bergoglio sugli schermi della stessa rete televisiva, che consentì a tale testata il record assoluto d’ascolti nella sua storia, vale a dire nello specifico: 3 milioni di telespettatori pari al 14.2% di share – con picchi del 16.4% e di 3,4 milioni -. Pertanto, anche nell’anno del Giubileo, Papa Francesco continua l’impegno per il messaggio di pace, speranza e di riconciliazione, lodando la corsa al bene nei confronti del prossimo. Di conseguenza l’intervista è divenuta l’occasione per presentare la sua nuova autobiografia, dal titolo molto attuale: “Spera”. Natalità, migrazioni e politiche internazionali sono le tematiche particolarmente care al Pontefice, il quale ricorda che l’attenzione va riposta nei loro confronti e non sulla sua autobiografia. Senza dimenticare il fulcro del suo pensiero: la pace. Tale elaborato, nella visione del Papa, vuole rappresentare una vera e propria bussola per il cristiano, in base a quella che egli considera come la virtu’ teologale primaria per la vita di tutti i giorni: la speranza. Il libro in questione ha già fatto registrare, il giorno della sua uscita il 14 gennaio scorso, un incredibile consenso da parte del pubblico.
Entrando nel merito del contenuto, l’opera in questione è una vera e propria autobiografia completa; a tale riguardo basti pensare che per poterla scrivere ci sono voluti circa sei anni. L’elaborato parte dai primi anni del Novecento, evidenziando le radici italiane del Pontefice insieme all’avventurosa emigrazione in America Latina dei suoi avi. Successivamente, si dipana su un piano narrativo che si sviluppa attraverso l’infanzia, gli entusiasmi e le naturali turbolenze della giovinezza passando, in maniera naturale, alla scelta fondamentale nella vita del giovane Bergoglio: la vocazione sacerdotale. Il testo arriva in seguito ad affrontare gli anni della maturità’ del celebre autore, fino ad arrivare a toccare le tappe del pontificato. Nel raccontare con forza descrittiva ed intima emotività le sue memorie, senza dimenticare le proprie passioni, Papa Francesco affronta con il coraggio e la schiettezza che da sempre lo contraddistinguono le significative tematiche della nostra contemporaneità: guerra e pace (compresi i conflitti in Ucraina e Medio Oriente), migrazioni, crisi ambientale, politica sociale, condizione femminile, sessualità, sviluppo tecnologico, futuro della Chiesa e delle religioni. Ricco di rivelazioni, di aneddoti, di illuminanti riflessioni, il libro in questione rappresenta un memoriale di avvolgente umanità, che fa riflettere senza perdere la giusta dose di umorismo. Per la prima volta un Papa spesso considerato come un rivoluzionario decide di raccontarsi al fine di lasciare una forte testimonianza di positività e speranza in un mondo che versa in condizioni terrificanti. Infatti, nell’introduzione del libro “Spera”, possiamo leggere tale enunciato: “Si dice comunemente “aspetta e spera” – tanto che nel vocabolario spagnolo la parola esperar significa sia sperare sia aspettare –, ma la speranza è soprattutto la virtù del movimento e il motore del cambiamento: è la tensione che unisce memoria e utopia per costruire davvero i sogni che ci aspettano. E se un sogno si affievolisce, bisogna tornare a sognarlo di nuovo, in nuove forme, attingendo con speranza dalle braci della memoria”. Ci auguriamo sia veramente un monito per i fratelli tutti, nessuno escluso.
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