AV, via al dibattito sull’ipotesi Fs di aprire ad investitori privati
L'ad Gruppo Fs, Stefano Donnarumma
Dopo un’estate di ripetuti disagi già messa da parte – non da viaggiatori e turisti che l’hanno subita – il Gruppo Ferrovie dello Stato presenta, con l’ad e dg Stefano Donnarumma e il presidente Tommaso Tanzilli, un Piano strategico al 2029 da 100 miliardi di investimenti, presente il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini: la novità – oggi sono 17mila i chilometri di linee ferroviarie gestite dal Gruppo FS tramite la controllata Rfi – Rete Ferroviaria Italiana e circa novemila i treni in circolazione ogni giorno – è un’apertura ad investitori privati per l’AV, tutta da precisare e da chiarire per tempi e modalità, dopo le parole dell’amministratore delegato a Milano. L’obiettivo sarebbe una riduzione del fabbisogno di capitali pubblici attraverso l’utilizzo del modello Rab – fa sapere Donnarumma -, il Regulated Asset Base già indicato anche nei rapporti per l’Europa di Mario Draghi ed Enrico Letta. Un’ipotesi che, per esempio, è stata dibattuta nel mese scorso con echi critici da lavoce.info e che, comunque, il Gruppo Fs ritiene sia per ora solo nel campo delle ipotesi, nella fase di “valutazione”.
Nel Piano al 2029, Fs punta ad “aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità in Italia” e al “recupero della puntualità per oltre 50mila treni all’anno”, quella puntualità persa, ancor più nei mesi scorsi, in un mare di difficoltà e disagi per i viaggiatori. Buoni propositi, per ora, anche per la “connettività a bordo” per la quale Donnarumma ha espressamente ammesso i ritardi, esprimendo l’intento di voler garantire, entro la fine del suo mandato, l’individuazione di risorse utili a cancellare i tempi in cui i viaggiatori dell’Alta Velocità non possono fare una telefonata, una videocall o scaricare una presentazione.
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