Editoriale

Allerta tiktoker, Ovindoli si blinda

di Laura Tecce -


Dopo il perentorio: “No, grazie, noi stiamo bene così” con il quale il gestore degli impianti sciistici di Ovindoli ha rispedito al mittente la pubblicità non richiesta da parte della tiktoker napoletana Rita De Crescenzo, che per il prossimo weekend ha “minacciato” di approdare con le sue truppe di follower proprio nel piccolo borgo montano, arriva anche la risposta del sindaco Angelo Ciminelli. Che ieri è passato dalle parole ai fatti, firmando un’ordinanza “urgente” per contenere la possibile onda anomala di turisti mordi e fuggi. Memore di quanto accaduto un paio di settimane fa a Roccaraso, quando la popolarissima influencer da oltre un milione e mezzo di seguaci su TikTok, al grido di battaglia “Tutti a Roccaraso!” ha riversato 150 pullman con quasi dodicimila turisti sulle piste del piccolo centro abruzzese, il primo cittadino è corso ai ripari. “Considerato che è in atto una campagna pubblicitaria sui social media ma anche su tutti i notiziari nazionali che annuncia l’arrivo ad Ovindoli di un afflusso turistico giornaliero anomalo – si legge nel documento – dall’8 febbraio al 2 marzo, per tutti i fine settimana, è contingentato il flusso degli autobus turistici, limitando la presenza al numero massimo di 35 mezzi al giorno su tutto il territorio di Ovindoli. E solo 20 saranno autorizzati a transitare sul tratto da e per il comprensorio sciistico della Magnola”, conclude. Il motivo è evidente, e non c’entra nulla il presunto razzismo nei confronti dei napoletani o un malcelato snobismo verso i turisti con limitata capacità di spesa: le piccole località montane, come quelle entrate prepotentemente in questi giorni nel dibattito mediatico, semplicemente non dispongono di infrastrutture e servizi adatti ad accogliere flussi turistici così imponenti. Con tutto ciò che ne consegue: viabilità in tilt, sovraffollamento, tonnellate di rifiuti e danni vari lasciati dai turisti, come ampiamente testimoniato dalle migliaia di video con l’hashtag “Roccaraso” che circolano sui social e prontamente rilanciati dalle testate giornalistiche on line. Al di là delle pur importanti considerazioni sociologiche sul fatto che TikTok e le altre piattaforme possano essere in grado di influenzare consumatori, elettori e persino flussi turistici, ciò che dovrebbe far riflettere è che l’overtourism sta diventando sempre di più un problema che non ammette ulteriori procrastinazioni. Come tutti i fenomeni anche il turismo di massa va governato ed è impensabile che diventi un caos apocalittico senza regole. L’impatto su una destinazione di vacanza – sia essa una città, un piccolo borgo, una località balneare o montana – se presa d’assalto in maniera scriteriata, influenza in modo negativo sia l’immagine e l’offerta turistica stessa percepita dai visitatori che la qualità della vita dei cittadini traducendosi in una serie di stravolgimenti sociali, economici e ambientali. Roccaraso e Ovindoli non sono un Luna Park e in generale tutto il nostro patrimonio naturale, artistico e culturale va sì sostenuto, l’Italia è un Paese a forte vocazione turistica, ma va anche salvaguardato e protetto. I centri storici delle nostre città d’arte non sono e non possono essere ridotti a un suk a cielo aperto, invasi da negozietti di souvenir, minimarket aperti ventiquattro ore su ventiquattro e key box delle case vacanze, in barba a qualsiasi regolamento.


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