Politica

“Alla sinistra non basta dire solo no a Meloni”

di Edoardo Sirignano -

NIACOLA FRATOIANNI POLITICO


“Il governo prende le parole del Papa alla carta. Il Cdm a Cutro è solo una passerella, mentre la conferenza stampa un attacco alla democrazia”. A dirlo Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana.

Meloni riunisce il governo laddove Mattarella ha pianto sulle bare. Una scelta sensata?
Peggio! Una vergogna quanto accaduto in Calabria. Il Consiglio dei ministri, praticamente, non produce alcun elemento sostanziale sul terreno di cui l’Italia ha bisogno, ovvero lavorare purché le persone smettano di morire in mare. Scopre, al contrario, una targa che strumentalizza le parole del pontefice. Il Papa viene preso alla carta. L’attuale esecutivo mette in risaalto solo ciò che gli conviene, dimenticando tutto il resto. C’è, poi, l’imbarazzante conferenza in cui Meloni immagina che sia inaccettabile che qualche giornalista faccia domande dopo che 72 persone sono morte a 50 metri dalla costa.

 

Nuovo decreto flussi. Così sarà risolto il problema migranti?
Non c’è niente di nuovo, se non un ulteriore inasprimento della stretta repressiva contro i migranti fragili. Anche qui siamo di fronte a norme confuse. Ogni giorno s’inventa un reato, senza tra l’altro perimetrarlo. Sono certo che la stessa Meloni alla fine dovrà fare più di qualche semplice dietrofront.

 

Cosa ne pensa, in particolare, sull’abolizione della sorveglianza speciale?
Nulla. Stiamo parlando di norme, che in buona parte già esistono. Comporta, piuttosto, ancora una volta, un’operazione che piega sul terreno dell’ordine pubblico, del controllo, della repressione, un fenomeno che è strutturale e che richiede tutt’altri strumenti di gestione.

 

Palazzo Chigi depotenzia Piantedosi. È una bocciatura?
Lasciandolo al suo posto e blindandolo, vuol dire che Meloni non ha badato molto alle figuracce fatte sulla vicenda, sia sul piano della gestione della catena dei soccorsi, che della comunicazione. Le parole hanno un peso quando a pronunciarle è un ministro. Piantedosi avrebbe dovuto semplicemente dimettersi.

 

Se Crosetto prenderà il suo posto, cambierà qualcosa?
In questi casi, il ruolo delle persone è importante fino a un certo punto. Ciò che definisce l’esito di vicende così complesse ha a che vedere con la linea politica. Quella del governo la conosciamo tutta, l’abbiamo vista e in fondo la aspettavamo, pur se non nella dimensione drammatica con cui si è presentata.

 

La piazza, intanto, si schiera contro Palazzo Chigi. Peluche contro l’auto del premier. È un segnale da tenere in considerazione?
Si tratta di una reazione civile. Viviamo in un Paese che una capacità di reazione e per fortuna di resilienza anche di fronte alla naturalizzazione di parole cattive. Siamo di fronte a una nazione, che rispetto a quanto accaduto, a come è stato gestito, perfino al pasticcio dello spostamento delle salme, trova la forza di reagire. Il lancio di peluche è una risposta di dignità.

 

Sul tema, ci sarà un tavolo unico del centrosinistra?
Mi auguro che ci sia innanzitutto un’iniziativa comune, come ho avuto modo di dire in Parlamento durante l’informativa del nulla di Piantedosi. Occorre non soltanto costruire un’opposizione a norme sbagliate, confuse e inaccettabili, ma soprattutto ricordare, che quando andremo al governo, alcune cose dovranno essere cambiate. Non basta dire che la Bossi-Fini è una legge sbagliata. Stiamo parlando di una normativa in vigore da oltre venti anni, che non è mai stata cambiata. Serve una forte opposizione oggi per costruire un programma di cambiamento domani.

 

Cosa pensa della linea del premier britannico sui migranti?
Le considero parole, che vanno, ancora una volta, in una direzione sbagliata, quella che immagina l’immigrazione come un’emergenza o un pericolo da cui difendersi. Quest’ultima, invece, è un grande fenomeno strutturale, pur essendo piena di contraddizioni e problemi. Bisogna imparare che di fronte a questo tipo di cose, le risposte emergenziali non funzionano. Stiamo parlando di un problema che discutiamo da decenni. Le dichiarazioni di Sunak non sono solo non condivisibili, ma sciocche, inefficaci e sbagliate.

I giornali inglesi, intanto, definiscono Salvini estremista di destra. È d’accordo?
Stiamo parlando di un estremista, come lo è il governo italiano e la maggioranza che lo sostiene. Siamo di fronte all’esecutivo più a destra della storia repubblicana. Non ha mai nascosto, d’altronde, questa vocazione, anzi l’ha sempre confermata nelle scelte e nei comportamenti.

Qualcuno dice che l’Italia abbia copiato la linea adottata da altre nazioni…
Sul fronte delle scelte scellerate in materia di immigrazione, Meloni e Salvini hanno un buon curriculum. Non c’è tanto bisogno, quindi, di guardare altrove.


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