All’Arena di Verona la nuova Bohème
di GIOSUÈ CALANDRINO – La Bohème mancava nell’anfiteatro veronese dal 2011 ed ora torna in Arena per due sole, ma imperdibili serate (19 e 27 luglio). Al 101° Opera Festival debutta la nuova produzione de La Bohème di Giacomo Puccini, nell’anno del centenario della morte del suo autore. Le scene della vita di Bohème, romanzo di Murger, immortalate in quest’opera, raccontano sogni, amicizie, amori, amarezze e crescita di sei giovani spiantati, divenute grandi e indimenticabili grazie alla musica e all’istinto teatrale di Puccini, sempre vero e attuale.
A raccontarla agli spettatori areniani, nel pieno rispetto del libretto di Illica e Giacosa, è Alfonso Signorini, giornalista e conduttore TV, melomane e divulgatore appassionato, nonché da anni regista d’opera in ascesa, qui al debutto veronese.
La nuova produzione di Fondazione Arena di Verona vede alle scene l’esperto Guillermo Nova, autore di una scenografia fedele all’epoca e costruita con materiali trasparenti per mostrare al pubblico diversi piani d’azione che illustrano la quotidianità dei singoli personaggi, anche prima dei fatali incontri che segneranno per sempre le loro vite. La stessa cura per il dettaglio è profusa nei costumi, coordinati dall’areniana Silvia Bonetti, con tagli storici che rimandano alla Francia tra il 1860 e il 1890, come da indicazioni della regia.
Daniel Oren dirige l’orchestra e il Coro di Fondazione Arena (preparato da Roberto Gabbiani), nella brillante e raffinatissima partitura di Puccini; mix perfetto di sentimento, umorismo ed energia, con alcune delle melodie più belle e delle arie più celebri e amate di sempre. Questa prima stagionale del Maestro Oren, coincide anche con il 40° anniversario del suo debutto areniano, avvenuto nel 1984 sempre nel segno di Puccini (con Tosca) e proseguito con affetto in circa 550 serate sul podio.
La Bohème sul palco dell’Arena di Verona
Sul palcoscenico è protagonista un cast che unisce stelle dell’opera e giovani talenti al debutto in Arena: il tenore Vittorio Grigolo è il poeta Rodolfo, il baritono Luca Micheletti l’amico pittore Marcello, innamorati rispettivamente di Mimì, interpretata dal soprano armeno Juliana Grigoryan, e di Musetta, con voce e corpo di Eleonora Bellocci, entrambe alla prima partecipazione al Festival. Gli amici che condividono la soffitta parigina sono Alexander Vinogradov (il filosofo Colline) e Fabio Previati (il musicista Schaunard); solisti di regio completano il cast nei ruoli di fianco, come Nicolò Ceriani (Benoit), Salvatore Salvaggio (Alcindoro) e Riccardo Rados (Parpignol).
L’opera di Puccini è un componimento letterario, è arte e amore senza tempo, è spazio musicale dove si respira la giovinezza, dove la protagonista Mimì, anticonformista della vita bohèmien e della scapigliatura francese, non vuole sprecare un attimo dei suoi 20 anni e come dice Oren: lasciamoci catturare da quel universo spensierato, visionario e libero.
La storia della Bohème è attuale, unisce l’800, il 900 e i giorni d’oggi, ci fa capire che il destino e l’ardore dei giovani non è mutabile, non è deviabile, non è forgiabile, va lasciato deflagrare nella forza della passione, della sfida, del sogno, della creatività, nell’amore sincero che esplode come un fuoco di un vulcano. La vita è fatta di mille colori, ed ognuno di noi la può colorare con la propria tavolozza…
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