Aliva, lunga vita agli olivi secolari “Così portiamo la storia nel futuro”
Si chiamano Antonio, Vincenzo, Gabriel e Marco. Hanno da 30 a 42 anni. Vivono in tre province diverse della Calabria dove lavorano nel digitale, nella falegnameria, nel web e e nei social media. Si definiscono, in ordine sparso, cuore, testa, anima e braccia di Aliva, un progetto che vuole continuare ad assicurare vita e storia agli ulivi secolari anche dopo la loro periodica potatura. “Una nuova storia, ispirata da storie passate da preservare”, dicono.
“Gli ulivi secolari – raccontano, dopo aver presentato Aliva alla Fiera dell’Artigianato di Milano nello scorso dicembre – sono da sempre protagonisti silenziosi, con radici che affondano in terre ricche di risorse e che impreziosiscono da secoli, ma oggi il futuro degli ulivi italiani è potenzialmente a rischio”. Non solo per la Xylella che ormai da anni ne minaccia le coltivazioni, ma per una filosofia produttiva che da loro ha ricavato e continua a ricavare solo l’olio d’oliva e, dopo la potatura, legna da ardere.
Aliva, invece, dopo una potatura realizzata da personale specializzato nelle aziende collegate ad un network che diventa sempre più ampio, oggi sono già 50, dalla Calabria alla Sicilia e alla Puglia (le tre regioni ove vive l’86% degli ulivi secolari), raccoglie il legno che ne risulta e ne fa complementi d’arredo. Nessun albero, dunque, viene abbattuto e il lavoro di Antonio, Vincenzo, Gabriel e Marco comincia solo dopo una potatura necessaria alla pianta. Ogni complemento, prodotto in soli 1000 esemplari, è riconducibile alla pianta che lo ha generato e ne custodisce con il nome la storia legata al territorio (Milone, Demetra, Castore & Polluce, Dinami, Amendolara). Ogni creazione è accompagnata da una certificazione con una foto, un QRcode, la localizzazione e i dettagli sull’ulivo che ha donato il legno. Un prodotto nato dal riuso di uno scarto che è sostenibile anche nel packaging che lo fa arrivare agli acquirenti, cartone riciclato e un letto di foglie d’ulivo come imballaggio.
“Da calabresi – affermano con orgoglio – abbiamo sempre vissuto circondati da alberi di ulivo, la loro presenza è costante in quasi ogni scorcio della nostra regione, quindi sono la coreografia delle nostre vite. Hanno assistito silenti a tantissimi eventi della storia di questi territori ma anche a quelle nostre personali, e continueranno a farlo con tutti quelli che ci seguiranno. Spesso però sono visti solo come produttori di olive quando, invece, sono soprattutto patrimonio naturalistico e storico da conoscere, rispettare e difendere. La potatura è una delle operazioni che, se ben fatta, serve ad aiutare l’albero a crescere meglio – come abbiamo imparato a saperne sempre meglio attraverso il lavoro nei campi della Scuola di Potatura dell’Olivo del dottor Giorgio Pannelli – , ma la parti recise di questi veri e propri monumenti il più delle volte finiscono per diventare legna da ardere. Con Aliva vogliamo dare continuità alla loro vita, in una forma diversa, che gli consenta anche di portare la loro storia in altri luoghi e che con le radici affondate nel terreno non avrebbero mai potuto raggiungere”.
Ma Aliva vuole generare anche altro. Parte dei profitti generati dalla vendita dei complementi d’arredo favorirà corsi di formazione gratuiti per i contadini e gli operatori delle aziende agricole, per sensibilizzare i territori a tutte le minacce per la salute degli ulivi come la Xylella che dal 2013 ha condannato alla morte 21 milioni di alberi. E ogni prodotto venduto, in collaborazione con l’associazione pugliese OlivaMi, conduce a piantare un nuovo albero di ulivo nell’area più colpita, per aiutarne la rinascita.
Torna alle notizie in home