Cultura & Spettacolo

Alice Brivio conduce Linea Azzurri: “Cinque donne a raccontare lo sport”

di Nicola Santini -


È un’appassionata di sport e motori, la presentatrice e giornalista Alice Brivio. Reduce dal buon successo ottenuto con la conduzione della seconda puntata di “Linea Azzurri”, programma ideato da Angelo Maietta che vanta il patrocinio morale del Coni e che sta andando in onda ogni domenica alle 20 su Sportitalia, Alice si racconta a cuore aperto a L’Identità.
Alice, sei una delle conduttrici di Linea Azzurri: come hai reagito quando hai appreso che il programma sarebbe stato condotto, a staffetta, da altre quattro conduttrici?
Ero semplicemente emozionata di entrare a far parte di un team di professionisti di questo calibro ed onorata all’idea che la scelta fosse ricaduta anche su di me. Per me ha rappresentato una meravigliosa opportunità professionale ma anche di arricchimento e di crescita personale. Credo vivamente in una televisione che si faccia portavoce e diffonda cultura. Linea Azzurri è un esempio calzante della televisione che amo: cultura sportiva, visibilità a discipline di nicchia, promozione del territorio e dei nostri talenti nazionali e storie di vita vera. Essere uno dei volti di questa trasmissione per me è un onore. Il mio unico augurio è quello di avere occasione di continuare a fare parte della squadra.
Nella seconda puntata di Linea Azzurri hai intervistato Alice Sotero, nota campionessa di pentathlon. Che tipo è?
Alice è una donna meravigliosa. Di lei mi ha colpito tutto; dall’amore e la passione per la disciplina che pratica (il pentathlon), alla resilienza che l’ha contraddistinta e le ha permesso di continuare a mettersi in gioco anche dopo la maternità, trovando la forza e le migliori soluzioni per riabilitare e migliorare costantemente la sua preparazione fisica e per gestire un ritmo di vita che necessariamente cambia con l’arrivo di una bambina, dalla dedizione nei confronti della famiglia nella quale trova ispirazione costante, alla sua forza estrema di volontà, che le permette di continuare a credere nei propri sogni. Intervistare Alice e ascoltarla raccontare la sua storia è stato suggestivo e illuminante, non a caso ho faticato a circoscrivere le domande da porle.
E con lo sport come la mettiamo?
Amo lo sport e mi considero ancora oggi una sportiva. Ho avuto la grande fortuna di praticare molto sport fin dalla giovane età e di cimentarmi in diverse discipline e, nel tempo, sono riuscita anche a dedicarmici a livello professionale. Lo sport veicola e insegna con leggerezza (ma mai superficialità!) valori che, purtroppo, difficilmente si apprendono sui banchi di scuola come rispetto reciproco, lealtà, collaborazione, disciplina, responsabilità, resilienza, sacrificio, integrazione e senso di appartenenza oltre a trasmettere una cultura “dell’errore” e di quelli che generalmente nel quotidiano tendiamo a considerare dei “fallimenti” sempre in chiave propedeutica e finalizzata a un miglioramento, a un upgrade, mai penalizzante (come dovrebbe essere in tanti ambiti della vita). Ritengo per questo ritengo svolga un ruolo fondamentale nel processo di formazione delle giovani generazioni ma troppo spesso, purtroppo, non venga valorizzato a sufficienza. Il suo valore formativo dovrebbe essere universalmente riconosciuto.


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