Cultura & Spettacolo

Alexandre Tharaud, il coraggio dell’esprit de France

di Riccardo Lenzi -


Per lo spettatore italiano è un programma coraggioso e insolito quello che il pianista Alexandre Tharaud presenterà al Teatro alla Pergola di Firenze il 27 gennaio. Invece dei “soliti” Mozart, Bach e Beethoven, eccogli servite “Les Barricades mystérieuses”, “La Logivière”, “Le Dodo”, “Le Carillon de Cithère”, “Les Ombres errantes” di Francois Couperin, maestro indiscusso del barocco francese. E poi, e qui si va più sul normale, alcuni preludi di Debussy e brani di Satie e di Ravel (fra i quali “La Valse” nella trascrizione dello stesso pianista). Evoluzioni dell’esprit de france: Tharaud è ormai considerato il miglior ambasciatore della musica francese, costituendo con le sue esibizioni un tratto d’unione fra quella antica e la moderna. Questo è dovuto al particolare suono che riesce a creare con il suo strumento, “parafrasando” quello del clavicembalo e con ciò riuscendo a resuscitare un universo sonoro a base di Couperin, Rameau e Scarlatti per porgerlo, adeguandolo, al buon gusto dei contemporanei. Approntando a questo fine una scrittura e sonorità che sono un sollucchero di intuizione coloristica e di agilità digitale, qualità per le quali ha contratto un debito di affinità con la pianista Marcelle Meyer, che a partire dalla prima metà del Novecento fece per Rameau quel che Glenn Gould fece per Bach, rendendo popolari le trascrizioni delle opere dal clavicembalo al pianoforte. Con questa proposte ha fatto rivivere il mito di un grande musicista, anche lui molto legato al passato, Maurice Ravel, della cui integrale pianistica non casualmente Tharaud è interprete di riferimento, tanto che recentemente la casa editrice Bärenreiter gli ha chiesto di iniziare la revisione di tutte le sue musiche pianistiche per una nuova edizione critica. Il “faro” neoclassico di Tharaud ha poi illuminato la musica di Satie e la sua ascetica concezione del contrappunto, pur illeggiadrita dai titoli ironici, del quale ha inciso numerosi cd per Harmonia Mundi e per Virgin Classics: fra i tanti ricordiamo un doppio cd che è stato per molto tempo nella top ten delle vendita di musica leggera in Francia, con questa operazione dicendola lunga sul buon gusto di quel pubblico, che non si accontenta dei prodotti del livello di quelli sfornati dai Maneskin o dai Giovanni Allevi. Nella sua ricerca interpretativa ha poi affrontato le opere di Debussy, rintracciandovi un certo manierismo lisztiano, come lo spettatore fiorentino avvertirà in alcuni preludi del primo libro presentati alla Pergola: dalla levigata lettura de “La Fille aux cheveux de lin”, al simbolismo romantico di “Des pas sur la neige”. In generale i suoi recital tendono ad avere un taglio bizzarro e un pochino perverso. A esempio in uno recente si è esibito nella sua trascrizione dell'”Adagietto” dalla Quinta Sinfonia di Mahler: un’impresa in parte provocatoria, anche se dobbiamo ricordare che Mahler stesso entrò negli studi della Welte-Mignon per registrare alcuni rulli per pianoforte, arrangiamenti piuttosto semplici di canzoni ed estratti sinfonici. Nella sua trascrizione tuttavia Tharaud sembra ispirarsi ancora a Liszt, piuttosto che a Mahler. L’atteggiamento meditativo dell’originale che tanto colpì il Luchino Visconti di “Morte a Venezia” nelle sue mani si trasforma in una esibizione dal languore un po’ eccessivo, che però riesce a conquistare il pubblico, pur allontanandosi dalle atmosfere crepuscolari che voleva imprimere l’autore. Nella sua attività Tharaud non si accontenta dei concerti. La sua eccellenza pianistica comprende anche le collaborazioni con teatranti, ballerini, coreografi, scrittori e registi, oltre che con cantautori e musicisti al di fuori della musica classica. Nel 2017 a esempio ha pubblicato “Montrez-moi vos mains”, un racconto introspettivo sulla vita quotidiana di un pianista. In precedenza era stato coautore di “Piano Intime” con il giornalista Nicolas Southon, il soggetto del film diretto dalla regista svizzera Raphaëlle Aellig Régnier, “Le temps dérobé”, ed è apparso nel ruolo di se stesso nel film “Amour” di Michael Haneke.


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