Cronaca

Alex, una morte per caduta? Il giallo adesso si infittisce

di Ivano Tolettini -


Un enigma che dopo dieci giorni non è ancora svelato. Com’è morto Alex, il barman 25enne di Marcon che partecipava a un incontro di “medicina e musica” dai contorni sciamanici e che potrebbe avere assunto sostanze allucinogene? È stato ucciso, ma bisognerebbe trovare un movente, come si ipotizza nel fascicolo aperto dalla Procura di Treviso oppure è caduto, magari accidentalmente, dal terrazzo dell’abbazia di Santa Bona, alto una quindicina di metri rispetto al greto del fiume Piave, perché il ragazzo non era lucido per quello che aveva bevuto? E in questo secondo caso, come ha spiegato ieri ai giornalisti il Procuratore capo, Marco Martani, resta ancora percorribile la pista della morte come conseguenza di un altro delitto, cioè l’assunzione di sostanze illegali. Perché, dunque, torna ad essere possibile lo scenario della caduta dall’alto, intenzionale o meno, quale causa della morte di Alex Marangon, il giovane veneziano trovato esanime nel Piave il 2 luglio scorso dopo essere scomparso la notte del 30 giugno alle 3 di notte? Sono gli interrogativi che tutti si pongono, a cominciare dai carabinieri che finora stanno battendo tutte le piste per spiegare la tragica fine di Alex. A dar voce a un quadro complesso, dopo che per giorni pareva prevalere la pista dell’omicidio, è l’avvocato Cesare Dal Maso, che assiste il conte Giulio da Sacco, che non è indagato ed è il proprietario dell’abbazia di Vidor, nella quale il musicista Andrea Zu Zuin e la compagna Tatiana ”Tai” Marchetto avevano organizzato l’evento al quale era la terza volta che partecipava Anche Alessandro e cui vi aderivano una ventina di persone. “Sono fiducioso – spiega il legale di Vicenza – perché conosco l’equilibrio degli inquirenti, i quali stanno valutando con attenzione gli elementi oggettivi di quella che potrebbe essere un’alternativa all’omicidio volontario, alternativa basata su riscontri oggettivi. Perché da quest’ultimi dobbiamo partire e non dagli scenari suggestivi”. Non a caso i pompieri dovranno ispezionare oggi la fitta vegetazione situata tra il terrazzo dell’abbazia e il greto del fiume per verificare se il corpo possa essere caduto da lì e questo potrebbe spiegare le violente contusioni al capo riscontrate nell’autopsia. Anche perché non va dimenticato che le testimonianze dei partecipanti sono state fin qui concordanti. Ovvero sia che ad un certo punto mentre i presenti ascoltavano la musica suonata da Zuin dopo avere bevuto un decotto forse a base di ayahuasca, allucinogeno vietato in Italia dal 2022, il ragazzo si è allontanato improvvisamente quasi di corsa seguito dal guaritore colombiano Jhonny Benavides e da un collega? Il procuratore rispondendo alle domande dei cronisti ha sottolineato che i due, sui quali gravano possibili sospetti, non sono irreperibili. Nicodemo Gentile uno degli avvocati della famiglia di Alex, afferma che “più che buttarsi il ragazzo è stato lanciato da qualcuno da un terrapieno” ed è per questo che i legali seguiranno “con la massima attenzione e con dei propri consulenti tutti gli accertamenti e i sopralluoghi che verranno fatti. Anche perché è necessario capire se ci sono delle situazioni che possono far dire che Alex è caduto o si è buttato da quel terrapieno, se ci sono alberi spezzati, rami, foglie o segni ematici”. Perché non si può escludere che il ragazzo stesse fuggendo da una potenziale minaccia (ipotesi negata da tutti i presenti che parlano di una situazione tranquilla) o perché privo di lucidità per l’assunzione di sostanze equiparabili agli stupefacenti, non avrebbe valutato bene il limite della terrazza sul dirupo, precipitando e morendo per le ferite contro le rocce dell’alveo del Piave. Ecco spiegato perché è importante il risultato degli esami tossicologici del sangue e dei tessuti prelevati dal corpo di Alex, per i quali bisognerà attendere ancora qualche settimana. Nel frattempo, il Procuratore capo Martani predica prudenza e ai giornalisti ripete che non si può escludere alcuna pista perché a guidare le indagini sono gli indizi. Tra di essi ci sono le testimonianze di chi ha partecipato agli ultimi istanti di vita di Alex e parla di lui come di un ragazzo tranquillo che all’improvviso si era allontanato come fosse angosciato da qualcosa, ma nulla che potesse far presagire una disgrazia, tanto meno un omicidio. Del resto, per quale motivo avrebbe dovuto essere picchiato a morte? La famiglia per contro ripete che “è stato buttato giù da qualcuno”, dunque è stato ammazzato. Un giallo fin qui inestricabile e la cui soluzione non sarà comunque agevole.


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