Quello di Alessio Praticò, senza ombra di dubbio, è uno dei personaggi più interessanti e ricchi di sfaccettature tra tutti quelli della serie del momento targata Sky: “Un’estate fa”. L’attore di origini calabresi, reduce da numerosi successi ottenuti sia sul piccolo che sul grande schermo, si confessa a L’Identità.
Alessio, sei nel cast della serie “Un’estate fa”. Ci presenti il tuo personaggio?
In questa serie sono il vice ispettore Davide Gori, braccio destro e fidata spalla dell’ispettore Zancan. Gori è un entusiasta, sempre in ascolto con l’ispettore, si contrappone con il suo animo pacato e gentile. Zancan è un muro di gomma, i suoi modi sono poco gentili ed il suo approccio alle indagini è contraddistinto dall’intuizione e finisce per essere spesso fuori dagli schemi. Tutto questo va a cozzare inevitabilmente non solo con il carattere mite di Gori ma anche con il diverso approccio al lavoro. I metodi di Gori sono infatti più convenzionali e seguono ragionamenti analitici. Non si confonda però il garbo di Gori con la poca personalità. Se crede in qualcosa nessuno riesce a fargli cambiare idea, nemmeno il suo superiore. Nonostante questi inevitabili e perché no, tragicomici contrasti, i due riusciranno a trovare un equilibrio e finiranno per diventare inseparabili. Diventeranno un po’ come il gatto e la volpe.
Come nasce la tua passione per la recitazione?
La passione per la recitazione nasce molto presto. Da piccolino ho frequentato una scuola per l’infanzia che curava molto l’aspetto legato al Teatro. Fin da subito mi sono appassionato all’arte drammatica continuando a portare avanti questa passione, nel corso degli anni. Dopo aver proseguito gli studi ed essermi laureato in Architettura, ho maturato definitivamente la possibilità che questa passione potesse diventare qualcosa di più: una professione, appunto. E cosı̀ sono entrato alla Scuola del Teatro Stabile di Genova dove ho studiato recitazione e adesso, eccomi qui.
Tra tutte le esperienze finora vissute, di quale vai maggiormente fiero?
Di tutte. Indistintamente. Ogni esperienza, ogni lavoro, sono parte di una continua crescita. Tutte le cose fin qui fatte, dalle più piccole alle più grandi, fanno parte del mio percorso professionale e non solo. Sono un bagaglio inestimabile di cui vado fiero.
Chi è il regista con cui vorresti davvero recitare?
Ho avuto la possibilità di lavorare con diversi registi e registe. Confesso che con molti di loro mi piacerebbe poterci nuovamente lavorare. Anche in questo caso, non ce n’è uno o una in particolare. Direi, con tutti coloro con i quali ancora non sono riuscito a potermi confrontare. Scherzi a parte, in generale, mi piacerebbe allargare il bacino della narrazione e mettermi in gioco su storie e personaggi che ancora non ho avuto la possibilità di interpretare. Però, se dovessi fare dei nomi, intanto direi, Luca Guadagnino o Matteo Garrone. Ma la lista è molto ma molto più lunga.
E l’attrice con cui speri di poter presto dividere il set?
Mi piacerebbe molto poter tornare a lavorare con Vanessa Scalera. E’ un’attrice che stimo molto sia sul piano umano che professionale, oltre ad essere amici, ha fatto parte del mio cammino professionale ed è stato veramente bello condividere insieme il set di “Lea” di Marco Tullio Giordana. Se dovessi fare altri nomi, direi Barbara Ronchi, ma anche Paola Cortellesi.
Tornando indietro, c’è qualcosa che non rifaresti oppure che faresti in modo differente?
Se potessi tornare indietro forse rifarei esattamente tutto quello che ho fatto, ma con un approccio diverso. Probabilmente affronterei tante cose con una maggiore leggerezza. Molte volte credo di essere stato o di essere un po’ troppo intransigente con me stesso. A volte questo atteggiamento non aiuta. “Leggerezza”, quindi, ed essere leggeri non significa essere superficiali, anzi.