Cultura & Spettacolo

Alessandro Porto, penna resiliente: “L’epica è ancora viva”

di Redazione -


di ANNALINA GRASSO
Nel trattato Discorsi del poema eroico, Torquato Tasso s’interroga sulla poesia epica: deve intrattenere o elevare gli animi? Deve raccontare solo la verità storica? Può esprimersi in modo vario per giovare il lettore o deve conservare ordine e chiarezza?
Se ai tempi di Virgilio e Omero la presenza in un’opera di temi e stili diversi non era necessaria, oggi più che mai che il poema epico è un genere non considerato, è indispensabile perché i gusti delle persone sono cambiati ed è proprio questa varietà a risultare particolarmente gradita al pubblico. Il poema epico, risulta ancora necessario in quanto può riprodurre l’universo in un microcosmo, collegando le diverse parti attraverso rimandi e corrispondenze, in modo che costituiscano un tutt’uno. Il poema epico dunque, benché snobbato, non è morto e parla italiano. A regular Poem, edito da Ananke LAB, è il primo vero poema epico dei nostri tempi, scritto da Alessandro Porto, che è riuscito a trovare un editore grazie al concorso Parole Aperte – X-Factor Letterario, organizzato dall’Associazione Hemingway & Co. A Regular Poem, ossia il resoconto di un uomo morto, ma sopravvissuto, è un lavoro ambizioso, pregevole coraggioso e unico nel panorama letterario attuale dalla Divina Commedia, l’opera di Porto è un viaggio moderno nell’io, nella psiche, alla ricerca del senso della vita, nonché nel linguaggio poetico, tra registro alto e basso. Un viaggio, quello dell’insoddisfatto protagonista Romeo, chiaramente ambientato nei giorni nostri tra sensi di colpa, notti trascorse nel lusso, incontri con personalità di poca sostanza e amore.
Come nasce l’idea di scrivere un poema?
Devo essere sincero, l’idea di un poema mi ha perseguitato fin da bambino. Ho sempre avvertito nella poesia l’esigenza di farsi narrazione, di raccontare, non solo suggerire. Questa era ovviamente una suggestione più che un progetto chiaro, ma nel 2019, mentre scrivevo un improbabile proemio con l’obiettivo di scimmiottare l’epica classica, ecco che è comparsa l’idea di un poema contemporaneo
Quali canti della Divina Commedia ti hanno ispirato di più per “A regular Poem”?
Difficile a dirsi. Dante è un padre spirituale per ogni poeta e conosco diversi canti della Commedia a memoria. Senz’altro il proemio e il Canto VI hanno avuto un’influenza particolare nei rispettivi canti di A Regular Poem, ma la suggestione principale proviene dalla struttura in sé della Commedia, dai canti, dall’obiettivo.
Quanto è stato difficile pubblicare la tua opera, considerando che la poesia è genere abbastanza snobbato?
Per fortuna poco. La vittoria dell’X-Factor Letterario di Monza mi ha assicurato la pubblicazione. Certo, devo dire che l’editore non era troppo convinta che pubblicare un poema nel 2019 fosse una buona idea…
Cosa pensi della recente censura di Dante in una scuola di Treviso?
Penso che siamo all’assurdo. Dante è uno dei grandi della storia dell’umanità e pensare che debba essere piegato a ragioni di tipo politico o religioso, dimostra con chiarezza quanto indietro si stia andando. O tempora, o mores!


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