Alcaraz trionfa a Wimbledon, ma la sfida con Djokovic non finisce qui
di RAPHAEL D’ABDON
Secondo titolo slam. Sconfitto Djokovic a Wimbledon per la prima volta in sette anni. Conferma al n.1 della classifica ATP. Un bollettino di guerra impressionante per Carlito Alcaraz, l’eroe di un finale stratosferica che ha visto scontrarsi due alieni del tennis. Nell’euforia del momento quasi tutti parlano di passaggio di consegne, di fine dell’era Djokovic e di inizio dell’era Alcaraz e, come al solito, quasi tutti si sbagliano, in questo caso per due ragioni: primo perché, pur perdendo, Djokovic ha dimostrato di essere tutt’altro che finito; secondo perché l’era Alcaraz non è iniziata ieri, ma quasi un anno fa, con la vittoria agli ultimi US Open e la prima conquista della vetta della classifica.
Il match epico di Londra non ha segnato un momento spartiacque, ma ha piuttosto confermato quello che gli osservatori più attenti hanno capito da almeno un paio di anni: che con il ritiro di Federer, il tramonto di Nadal e l’avvento sulla scena del giovane fenomeno spagnolo, la lotta per la conquista dello scettro del tennista più forte del mondo è diventata una questione privata, una corsa a due tra lui e l’highlander serbo. Altri pretendenti non ce ne sono e non ce ne saranno finchè Djokovic continuerà a mantenere questi livelli di forma. Un mese fa a Parigi, nello stesso duello, l’aveva spuntata lui e a fine estate si presenterà sicuramente indiavolato agli US Open. Come ha fatto (riuscendoci) in Australia a gennaio, cercherà di alzare il trofeo in faccia ai bacchettoni che l’anno scorso lo avevano escluso dal torneo a causa delle leggi sclerotiche sui vaccini anti-covid e per fermarlo ci vorrà nuovamente il miglior Alcaraz.
Calma e gesso, quindi. Nole è il GOAT, Carlito è una forza della natura e la sfida tra i due non è ancora finita. Nei prossimi mesi (anni?) assisteremo all’evolversi di questo scontro tra titani, nella speranza che spuntino all’orizzonte giocatori competitivi e consistenti che siano in grado di rovinare a entrambi la festa.
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