Attualità

Al Beccaria di nuovo un incendio e disordini: 2 feriti, 11 intossicati

di Giorgio Brescia -


Il carcere minorile milanese Beccaria nuovamente in primo piano, in una situazione che sembra quasi banale definire ogni volta “esplosiva”: in incendio è divampato oggi pomeriggio nell’istituto, tanto da rendere necessario l’intervento di sette mezzi del comando dei vigili del fuoco di Milano stanno raggiungendo in via Calchi Taeggi. Dalle prime informazioni – hanno fatto sapere i vigili del fuoco – le fiamme sono divampate al secondo piano della struttura.

Al loro arrivo, i caschi rossi hanno rilevato una situazione che volgeva ad essere tenuta sotto controllo. Domato l’incendio, partito da alcuni materassi, dati alle fiamme dai giovani detenuti. Due di loro sono finiti sotto osservazione da parte dei sanitari del 118, per aver inalato il fumo sviluppatosi nell’area. Nell’incendio sono rimasti intossicati anche due agenti della polizia penitenziaria e un medico.

Le sette squadre intervenute nell’istituto hanno allora provveduto a completare la bonifica dell’area, per poi rientrare nelle sedi ove erano state allertate. Soltanto un mezzo è rimasto ancora nei pressi del carcere per l’attività di monitoraggio.

Alla fine, un bilancio più pesante, con oltre dieci persone lievemente intossicate e due ferite. I feriti sono due agenti della polizia penitenziaria, colpiti dagli oggetti lanciati dai detenuti durante le proteste. Le persone intossicate per il fumo prodotto dal rogo, appiccato a un materasso, sono nove detenuti, un agente della penitenziaria e il medico del carcere, soccorsi sul posto dal 118.

L’incendio di materassi e lenzuola, accompagnato da proteste e disordini, a quanto si il Sappe ha appreso dagli agenti della polizia penitenziaria – era iniziato in mattinata, quando due detenuti si erano opposti al trasferimento. La protesta si era poi estesa ad altri giovani detenuti fino a sfociare, nel primo pomeriggio, nell’incendio al secondo piano dell’istituto di via Calchi Taeggi.

“La situazione è molto grave. Ci arrivano dal Beccaria segnali allarmanti di una crescente tensione – ha denunciato in una nota Alfonso Greco, segretario per la Lombardia di questo sindacato, osservando che “è evidente la necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’amministrazione della giustizia minorile, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere a Milano tutelando gli agenti di polizia penitenziaria che vi prestano servizio. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal Sappe sui costanti e continui focolai di tensione del carcere minorile milanese”.

“E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al corpo di polizia penitenziaria nelle carceri italiane e della Lombardia, per adulti e minori. Come dimostra quel che sta succedendo nel carcere minorile di Milano”, ha aggiunto il segretario generale del Sappe, Donato Capece.

Il Sappe, come in ogni grave occasione del genere al Beccaria, traccia un resoconto di quanto accaduto negli ultimi mesi. “I disordini e l’incendio appiccato dai giovani detenuti del Beccaria-Milano, il secondo episodio del mese dopo quello del 13 marzo, quando cinque persone, quattro detenuti minorenni e un agente della polizia penitenziaria, sono rimasti feriti in un altro incendio – spiega Di Giacomo -, ripropone il Beccaria come simbolo di cosa accade negli istituti penali per minorenni. Un istituto difficile, in particolare per età e provenienza dei giovani detenuti, come dimostrano i continui incendi, disordini e persino fughe e tentativi di fuga degli ultimi 18 mesi”.

“Alla fine del 2024 la permanenza media nei 17 istituti per minori è di 597 giovani, di cui 26 sono ragazze con un numero di ingressi per tutto l’anno che ha raggiunto i 1.179 detenuti di cui 634 stranieri e uscite per 1.145 detenuti e 189 trasferiti in strutture per adulti – continua Di Giacomo -. Il 70% dei ragazzi entra per custodia cautelare, con una permanenza media di poco superiore ai 100 giorni. Il 79,3% degli ingressi in carcere, si è avuto per custodia cautelare. Ben oltre la metà degli ingressi rimanenti è avvenuta per esecuzione pena dalla libertà. Dopo il decreto Caivano, i detenuti sono aumentati in modo esponenziale”.

Le sue proposte: “Serve una differenziazione dei reclusi per età e serve un programma personalizzato per ogni singolo detenuto giovane, con differenti linee di condotta nei suoi confronti. Sui detenuti giovani bisogna investire per evitare che non diventino carcerati abituali. L’attuale sistema carcerario per minori non solo non serve a nulla, anzi si rivela una sorta di scuola per delinquere con il 90% di chi entra si avvia verso una “carriera criminale”, passando come stadio successivo immediato al carcere normale. Per noi – dice il segretario S.pp. – le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse. Non si perda altro tempo e si assumano interventi urgenti mettendo mano alla riorganizzazione degli istituti per minori”.


Torna alle notizie in home