Attualità

Ahia, c’è un giudice all’Aja

di Angelo Vitale -


Esiste, dunque, un giudice all’Aja e ci resterà fino al 2030. Prima che Bertolt Brecht si rivolti nella tomba, gli chiediamo scusa. Perché non ci sono più i giudici di una volta. E questo dell’Aja, il procuratore capo della Corte penale internazionale che è – leggiamo – “una pietra miliare della costruzione di un mondo più giusto, pacifico e democratico”, è una persona da conoscere più da vicino, con buona pace di Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi che sembrano ormai da settimane affidare a questo organismo il ruolo della difesa della democrazia in Italia e nel mondo.

Karim Ahmad Khan, 55 anni alla fine di marzo, è un avvocato britannico che 6 anni fa indagava sui crimini dell’Isis in Iraq per conto delle Nazioni Unite e, ancora prima, per conto suo su quelli in Ruanda, Cambogia, ex Jugoslavia e Sierra Leone. Nel 2021 la nomina all’Aja, con il via di indagini sul conflitto russo-ucraino, quello tra Israele e Hamas e sulle torture in Libia, con un dossier poi sfociato pure nella ricerca internazionale emanata per il generale libico Almasri.

Ma Khan però, e per questo fu chiacchierato all’atto della sua nomina, è pure stato in precedenza difensore, proprio all’Aja, del vicepresidente keniota William Ruto, accusato di crimini contro l’umanità (omicidio, deportazione, persecuzione), riuscendo a far archiviare il processo nel 2016 e festeggiando con Ruto la cosa in un raduno politico in cui, forse facendosi un po’ prendere la mano, dichiarò alla folla che mai più avrebbe permesso che un keniota fosse processato di fronte a un tribunale straniero. Parole che non poco travalicavano il suo ruolo di avvocato difensore.

Non solo. Quanto alla Libia, Khan ha difeso pure Saif al-islam Gheddafi, figlio del leader Muammar, accusato di crimini contro l’umanità (omicidio e persecuzione) e in patria condannato a morte per genocidio. Pure lui se l’è cavata. Ora, si dirà, un avvocato fa il suo mestiere e difende pure torturatori omicidi. Giusto. Ma poi se ne va a fare il procuratore proprio all’Aja dove questi crimini vanno perseguiti con rigore e imparzialità? Chissà cosa ne pensano Schlein, Conte, Fratoianni e Magi.


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