Attualità

Agrigento nella bufera dopo le denunce del Codacons e di Buttafuoco al ministro Giuli

di Angelo Vitale -


Cartelli turistici stradali rimossi dall’Anas dopo i due strafalcioni grammaticali in quattro righe evidenziati da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, una nota ufficiale del Codacons che chiede il commissariamento di “Agrigento Capitale della Cultura”, le durissime parole di un siciliano doc – Pietrangelo Buttafuoco – che è esponente di rilievo della “destra di governo” sulla scena nazionale per essere il presidente della Biennale di Venezia: a poco più di due settimane dall’arrivo di Sergio Mattarella nell’isola – il suo arrivo fissato per il 18 gennaio, quattro giorni lprima a Roma la presentazione ufficiale delle iniziative -l’amministrazione del capoluogo siciliano è nel fuoco delle polemiche che di certo non si placheranno.

“Valle di Templi” e “contrata Caos” le insopportabili sgrammaticature rilevate nei cartelli stradali che Anas assicura di avere rimosso, per non dire della “bomba” di una denuncia inviata dal Codacons di Agrigento al Quirinale, al ministro della Cultura Alessandro Giuli, a quello dell’Interno Matteo Piantedosi e delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, al prefetto di Palermo, al governatore della Regione Sicilia Renato Schifani e all’Autorità nazionale anticorruzione.

Il Codacons denuncia che “manca una programmazione chiara. Sono stati spesi oltre 4 milioni di euro senza riscontri tangibili per la cittadinanza”, scrive di “arresti e indagini per reati come abuso d’ufficio e corruzione, che coinvolgono figure chiave dell’amministrazione comunale, sollevando dubbi sull’utilizzo dei fondi pubblici”, di “ritardi nei cronoprogrammi e sospetti di irregolarità negli appalti”, richiedendo “il commissariamento della gestione e l’avvio di un’indagine ministeriale per fare chiarezza sulle infiltrazioni e sull’utilizzo dei fondi pubblici, inclusi quelli del Pnrr”.

Scandalosamente impietose, infine, le parole di Buttafuoco a un’emittente tv locale, Antenna Sicilia: “Avevo un’idea ben precisa: che fosse l’occasione delle occasioni. Credo che ci siano tutti i presupposti affinché da Roma, quindi dal comando centrale, si abbia la consapevolezza di impugnare il tutto, anche a costo di essere sgarbati nei modi, perché non si può perdere questa occasione. C’è solo una soluzione: avere consapevolezza dell’importanza del dato culturale. Parliamoci chiaro, è la formula aritmetica che porta piccioli”.

Una raffica di denunce che si aggiunge alle polemiche per il contestato restauro del Telamone una delle colossali statue antropomorfe che sostenevano l’architrave del tempio di Zeus Olimpio, l’Olympieion, simbolo della Valle dei templi, che è stato riportato in posizione eretta nel febbraio scorso componendolo con oltre 90 pezzi di otto telamoni diversi.


Torna alle notizie in home