Agricoltura, in 70 anni la peggiore performance di vendita per le macchine dei campi
Un primato negativo – il peggiore da oltre 70 anni a questa parte – che è il riflesso di una crisi latente dell’agricoltura nazionale, in uno scenario globale in affanno. Il mercato nazionale delle macchine agricole archivia il 2024 con una sensibile contrazione delle vendite: i dati relativi alle immatricolazioni dei mezzi meccanici nei passati dodici mesi, elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, evidenziano una flessione che ha interessato tutte le principali tipologie di macchine a partire dalle trattrici che, con circa 15.448 unità immatricolate, perdono il 12,3% rispetto allo scorso anno (17.613 unità vendute), registrando la peggiore performance dal 1952.
Segno negativo anche per le mietitrebbiatrici, che perdono il 31,8% a fronte di 266 mezzi immatricolati (390 nel 2024), e per i transporter (le trattrici con pianale di carico) che lasciano sul terreno il 14,9% a fronte un totale di 525 unità vendute (617) lo scorso anno. Una difficile fase congiunturale che ha interessato anche i sollevatori telescopici ed i rimorchi. Rispetto ai passati dodici mesi, i primi arretrano del 14,4%, fermandosi a quota 977 unità registrate (1.141 nel 2024), mentre i rimorchi riescono a i limitare le perdite al 2,8% con 7.504 mezzi immatricolati (erano stati 7.718 nel 2024).
Per il terzo anno consecutivo il comparto “piange”, solo un picco nel 2021 aveva fatto ben sperare: l’andamento del settore è stato condizionato in primo luogo dall’incremento dei costi di produzione e dagli alti tassi di interesse che rendono difficile l’accesso al credito. La situazione del mercato italiano è resa ancora più complessa dalle aspettative per il sistema di incentivi. Le agevolazioni per gli investimenti in tecnologie 4.0, che nel 2021 avevano dato grande slancio a tutto il settore agromeccanico, sono in via di esaurimento – ricorda l’associazione dei costruttori FederUnacoma – e i fondi a valere sul Pnrr possono essere impiegati esclusivamente per l’acquisto di trattrici elettriche o a metano, e seppur considerano anche altri mezzi per l’agricoltura di precisione, sembrano destinati ad avere un impatto più limitato.
In questo scenario il Fondo Innovazione e il bando ISI Inail hanno sicuramente contribuito a limitare il passivo, che altrimenti sarebbe risultato più pesante, tuttavia – sottolinea l’associazione dei costruttori – la complessità dell’attuale fase congiunturale richiede un ulteriore potenziamento e riflessioni su nuovi piani strutturali di intervento.
Risultati di magra anche per la stagnazione dei redditi dell’agricoltura, che hanno condizionato la domanda di macchinari anche nei principali Paesi europei e del Nord America. Nell’Europa comunitaria rallentano Francia (-10.1% per un totale di 26.507 unità vendute), Germania (-3,4% e 29.291 mezzi immatricolati) e Gran Bretagna (-11,9% a fronte di 11.761 macchine), mentre Oltreatlantico calano sia gli Stati Uniti (-13,2% per un totale di 217.200 unità vendute) che il Canada (-15,8% e 23.444 mezzi).
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