Editoriale

Adesso le star dem lasceranno gli Usa?

di Adolfo Spezzaferro -


Donald Trump ha stravinto, come avevamo previsto – siamo stati tra i pochi convinti che la vittoria sarebbe stata netta e non per pochi voti. Perché i sondaggi non hanno sondato l’America profonda. Perché i redneck, gli operai, l’americano medio che non vive a Manhattan o San Francisco, hanno a cuore problemi reali, non le battaglie ideologiche dei dem. Perché ad eccezione dei liberal di città (che sono i nostri radical chic, per capirci) così attenti ai diritti Lgbt più che all’economia Usa da ricostruire, così convinti nel professare l’ideologia woke invece di soffermarsi sulle vittime delle guerre scatenate dalle amministrazioni dem, gli americani di provincia (che sono la stragrande maggioranza) vogliono meno tasse e più soldi per loro invece che per pagare le armi a Zelensky. Due cose ci insegnano queste elezioni epocali – con la Harris polverizzata da Trump che dopo una sconfitta quattro anni fa, due attentati scampati, una condanna, un endorsement “stellare”, quello di Musk, si riprende ciò per cui ha lottato con tutte le forze, la Casa Bianca: Hollywood e starlette pop non smuovono un voto; i deliri progressisti, sconfitti anche in gran parte dell’Europa, soccombono a maggior ragione negli Usa, dove vince il pragmatismo. Quello di The Donald e quello degli elettori. Alla fine insomma, chi vota non bada all’endorsement della stella del cinema o della cantante pop più in voga. Anzi, proprio i giovani – che i dem immaginavano dalla loro parte, e per questo avevano calcato la mano sui duetti con il rapper e il rocker e con gli ammiccamenti delle star più cool di Hollywood – hanno votato in massa Trump. Forse hanno badato più al programma elettorale che alla Harris o a Obama sul palco di qualche loro cantante preferito. Segno che, così come certi giornali e reti televisive schierati hanno toppato alla grande con i loro sondaggi che parlavano di testa a testa (quando i sondaggi dei giornali avversari parlano di pareggio, significa che il loro nemico ha già vinto), allo stesso modo il clamore glamour delle comparsate vip alle convention dem ha illuso i sinistri di tutto il mondo che l’America quella “fica” avrebbe votato per la Harris. A tal proposito veniamo a chi, vista la sconfitta della vicepresidente Usa, si appresta a lasciare gli States. Hollywood Reporter aveva stilato una lista di vip che si erano impegnati a lasciare “la più grande democrazia del mondo” se Trump avesse vinto le elezioni. Ne vogliamo citare alcuni, giusto per rinfrescargli la memoria. Cher, che aveva twittato di volersi trasferire su Giove se Trump fosse eletto. Ricky Martin, pronto a trasferirsi a Porto Rico o in Spagna. Samuel L. Jackson, che facendo il verso ai suoi personaggi nei film di Tarantino ha annunciato che avrebbe trasferito il suo “culo nero in Sudafrica”. Barbra Streisand, destinazione: Canada o Australia. Snoop Dogg, che ha parlato di trasferirsi in Canada. Gettonatissimo quindi il Canada di Trudeau, che però rischia fortemente di perdere le prossime elezioni. In Europa, ci sono i labour al governo in Uk e Sanchez in Spagna. Per il resto, ci sono molti Paesi con governi simili all’amministrazione Trump. Per quanto riguarda Marte, spiacenti: è roba di Musk, prossimo segretario di Stato Usa alle Starwars. Noi invece ci accontenteremmo di vedere i vari (pochi, per fortuna) Speranza e Schlein trasferirsi con i vip dem Usa per solidarietà con la loro beniamina stracciata alle urne.


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