Cultura & Spettacolo

Addio a David Lynch: il genio del cinema si spegne a 78 anni

di Eleonora Ciaffoloni -

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David Lynch, iconico regista e sceneggiatore statunitense, è morto oggi, 16 gennaio, all’età di 78 anni. La sua famiglia ha dato la triste notizia con un post sui social: “È con profondo rammarico che noi, la sua famiglia, annunciamo la scomparsa dell’uomo e dell’artista David Lynch. Gradiremmo un po’ di privacy in questo momento. C’è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come diceva lui, ‘Tieni d’occhio la ciambella e non il buco’. È una splendida giornata con sole dorato e cielo azzurro per tutto il tragitto”.

Lynch lascia un’eredità artistica ineguagliabile, fatta di visioni oniriche, narrazioni oscure e surreali, e una capacità unica di esplorare i lati più complessi e inquietanti della psiche umana. Con film come Mulholland Drive e Velluto blu, oltre alla rivoluzionaria serie Twin Peaks, ha ridefinito il linguaggio cinematografico, creando opere che continuano a influenzare registi e artisti di tutto il mondo.

Nel 2024, Lynch aveva rivelato di soffrire di enfisema, una condizione diagnosticata dopo una vita di intenso consumo di sigarette. In quell’occasione, aveva ammesso che probabilmente non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per girare nuovi film.

Il genio dietro l’obiettivo: David Lynch una carriera indimenticabile

Nato il 20 gennaio 1946 a Missoula, nel Montana, David Lynch mostrò fin da giovane un interesse per l’arte, studiando alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia. Fu qui che il suo approccio al cinema prese forma, influenzato da un mix di arti visive e narrazioni innovative.

Il suo debutto alla regia con il lungometraggio Eraserhead (1977), un inquietante viaggio nelle paure e nei sogni, lo consacrò come autore di culto. Ma fu con The Elephant Man (1980) che Lynch guadagnò l’attenzione della critica mainstream, ottenendo otto nomination agli Oscar, tra cui quella per la miglior regia.

Tra i suoi lavori più celebri figurano Velluto blu (Blue Velvet, 1986): un thriller psicologico che esplora la fragilità e l’oscurità della vita di provincia, con Dennis Hopper e Isabella Rossellini; Twin Peaks (1990-1991, 2017): una serie televisiva che ha rivoluzionato il piccolo schermo con la sua miscela di mistero, dramma e surrealismo. La domanda “Chi ha ucciso Laura Palmer?” è diventata una delle più iconiche nella storia della TV. Strade perdute (Lost Highway, 1997): un labirinto narrativo che sfida ogni logica convenzionale; Una storia vera (The Straight Story, 1999): uno dei suoi film più atipici, ma non meno commoventi, che narra il viaggio di un uomo anziano in un contesto minimalista; Mulholland Drive (Mulholland Dr., 2001): un sogno lucido trasformato in capolavoro, per cui Lynch vinse il premio per la miglior regia al Festival di Cannes e ottenne una candidatura all’Oscar.

David Lynch ha ricevuto numerosi riconoscimenti durante la sua carriera, tra cui la Palma d’Oro al Festival di Cannes per Cuore selvaggio (Wild at Heart, 1990); Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2006; Premio Oscar alla carriera nel 2019, assegnato dall’Academy per il suo straordinario contributo al cinema; Quattro nomination agli Oscar come miglior regista e vari Emmy Awards per il suo lavoro in televisione, in particolare per Twin Peaks.

Con la sua morte, il cinema perde una delle sue menti più brillanti e rivoluzionarie. Ma le sue creazioni rimarranno per sempre, continuando a ispirare generazioni future di artisti e spettatori.


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