I trattori possono rombare quanto vogliono: l’accordo tra l’Ue e il Mercosur s’ha da fare. E subito. Bruxelles risponde con l’artiglieria pesante del generalissimo Valdys Dombrovskis alle rimostranze degli agricoltori che, in tutta Europa, protestano contro l’intesa che aprirà il mercato Ue ai prodotti sudamericani. “Mantenere l’apertura verso il mondo e sviluppare ulteriormente la nostra rete di accordi di libero scambio è importante perché fornisce nuove opportunità di esportazione, diversificazione delle forniture per la nostra economia e contribuisce a rafforzare la nostra resilienza”, ha detto il vicepresidente della Commissione Ue spiegando che i negoziati “sono in corso” e che “si stanno facendo progressi” che, però, non consentono allo stesso Dombrovskis di indicare “scadenze specifiche” per la conclusione dell’intesa Ue-Mercosur. Nel frattempo, oltre all’accordo Ue Mercosur e all’opposizione che lo attraversa, l’esponente lettone di lungo corso della Commissione dovrà affrontare un’altra grana. Non da poco. C’è un report, citato da Politico, secondo cui le aziende e le start-up europee riferiscono che se l’Ue non riesce (ancora) a dotarsi di campioni digitali e innovativi è colpa della burocrazia comunitaria. Il 60% degli intervistati ha bocciato il regolamento sulla protezione dei dati del 2018 e persino l’Artificial Intelligence Act, l’orgoglio dei legulei Ue che, in mancanza di un player globale hanno inteso (almeno) centrare il primato normativo sul fenomeno digitale, non convince il 80% delle imprese: per il 53% ha avuto un effetto negativo, per il 27% addirittura non ne ha sortito nessuno. Solo il 20% riferisce di effetti positivi. Troppo pochi per consentire all’Ue di dribblare quel cahier de dolèances firmato da Draghi che inchioda Bruxelles.