Cronaca

Il Papa tuona: “Abusi sono una vergogna per la Chiesa”

di Giovanni Vasso -


Gli abusi, per Papa Francesco, rappresentano una piaga e una vergogna che la Chiesa “sta affrontando con decisione e fermezza”. Dal Castello di Laeken, in Belgio, dove si trova in visita, il pontefice ha parlato a braccio, e condannato senza mezzi termini, gli scandali legati agli abusi davanti alle autorità politiche e diplomatiche: “Questa è la vergogna e dobbiamo chiedere perdono per queste cose. Spesso si parla dei Santi innocenti, di ciò che ha fatto Erode, ma cosa accade oggi? La chiesa deve vergognarsi e mettere tutte le possibilità, perché queste cose non accadano più”. Papa Francesco non accetta scorciatoie: “Alle volte mi portano delle statistiche e mi dicono: ’la maggior parte dei casi avvengono nelle famiglie, nelle scuole o nello sport’ ma questa è la nostra vergogna e la nostra umiliazione anche se riguardassero un solo caso”. La storia della Chiesa, per il papa, è caratterizzata da una “perenne coesistenza di luce e ombra con esiti spesso di grande generosità e splendida dedizione” a cui, però, fa da contraltare, “l’emergere di dolorose contro-testimonianze”. E Francesco parla proprio di quanto accaduto nel Paese in cui si trova in visita: “Sono stato rattristato dal fenomeno delle adozioni forzate, avvenute anche qui in Belgio tra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso. In quelle spinose storie si mescolò l’amaro frutto di un reato e di un crimine con ciò che era purtroppo l’esito di una mentalità diffusa in tutti gli strati della società, tanto che quanti agivano in base ad essa ritenevano in coscienza di compiere il bene, sia del bambino sia della madre”. Quindi ha aggiunto: “Spesso la famiglia e altri attori sociali, compresa la Chiesa, hanno pensato che per togliere lo stigma negativo, che purtroppo a quei tempi colpiva la madre non sposata, fosse preferibile per il bene di entrambi, madre e bambino, che quest’ultimo venisse adottato. Ci furono persino casi nei quali ad alcune donne non venne data la possibilità di scegliere se tenere il bambino o darlo in adozione”.
“Come successore dell’Apostolo Pietro prego il Signore, – ha quindi concluso Bergoglio – affinché la Chiesa trovi sempre in sé la forza per fare chiarezza e per non uniformarsi alla cultura dominante, anche quando tale cultura utilizzasse – manipolandoli – valori che derivano dal Vangelo, per trarne però indebite conclusioni, con il loro pesante esito di sofferenze e di esclusione”.


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