Politica

PRIMA PAGINA – Abruzzo, ascoltare i cittadini. Non il sibilo del vento

“La vittoria del centrodestra in Abruzzo? Ce l’aspettavamo. Qualcuno ha provato a pompare in modo artificiale, anche con metodi scorretti e falsità, il cosiddetto ‘campo largo’. In Abruzzo sognavano di raccontare la crisi del governo Meloni e la ‘forza dirompente’ del centrosinistra unito dopo la vittoria in Sardegna: in realtà è solo una coalizione improbabile sostenuta dalla grancassa mediatica. Stamattina li hanno svegliati i cittadini abruzzesi, che hanno fatto crescere il centrodestra, in termini percentuali e assoluti, sia rispetto a cinque anni fa che alle ultime politiche”. Parlando con L’identità, Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, non nasconde la soddisfazione per il risultato di Marco Marsilio. “Fratelli d’Italia in Abruzzo ha quasi quadruplicato i voti rispetto alle precedenti regionali – sottolinea ancora Donzelli – ed è oggi il primo partito. Gli elettori sanno riconoscere i fatti: Giorgia Meloni è più forte di tutte le trame e governerà per l’intera legislatura”. Un successo su diversi fronti, sebbene tra luci e ombre, quello ottenuto da centrodestra in terra abruzzese, dove mai prima era accaduto che un governatore uscente fosse riconfermato. Per quanto riguarda le luci, Marsilio si è affermato distanziando di sette punti l’avversario Luciano D’Amico, candidato del campo largo, e con un risultato addirittura di cinque punti percentuali migliore di quello ottenuto nel 2019, smentendo le previsioni della vigilia che lasciavano presagire un testa a testa sul filo del rasoio. E se Fratelli d’Italia passa da due a otto seggi in consiglio regionale, mentre Forza Italia sfiora un inaspettato 13,5, venendo alle ombre, è da segnalare il tonfo della Lega che lascia sul campo oltre 121 mila voti di lista rispetto al risultato di cinque anni fa. L’esito delle regionali in Abruzzo, infatti, puntella il governo e, soprattutto, archivia il caso Sardegna, adesso derubricabile a un mero incidente di percorso per il centrodestra. Non solo: lancia la coalizione verso la campagna elettorale in Piemonte, Umbria e Basilicata per quanto riguarda le prossime regionali con nel mirino le elezioni europee, previste a giugno a chiusura della fitta tornata di consultazioni di questi primi sei mesi dell’anno. “Il centrodestra sarà sempre più unito – è la convinzione del responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia – perché a differenza del ‘centrosinistra da laboratorio’ è una coalizione che sta insieme da decenni: condividiamo idee e valori. Andremo uniti al prossimo appuntamento in Basilicata, sostenendo tutti insieme la conferma di Vito Bardi. E poi in Piemonte ed Umbria, oltre che alle amministrative”.

Dall’altra parte del campo, se il successo di Alessandra Todde aveva consentito a Giuseppe Conte di far pesare la partecipazione grillina al campo largo, la debacle abruzzese ridimensiona fortemente la figura e il potere contrattuale del leader del Movimento 5 Stelle, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. E ad aggiungere ulteriore tensione alla già alta animosità nel centrosinistra ci pensa Carlo Calenda che non vuole sentire parlare di “fantomatici campi larghi che non esistevano prima e non sarebbero esistiti neppure nel caso di una vittoria in Abruzzo”. Insomma, l’avviso di Elly Schlein a Giorgia Meloni di sole due settimane fa, “il vento sta già cambiando”, oggi suona come un avviso di burrasca tutto interno al centrosinistra. Una previsione decisamente poco azzeccata quella della segretaria del Pd visto il risultato dell’Abruzzo che “smentisce sedicenti meteorologi”, ha ironizzato la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, soprattutto perché, come sottolinea Donzelli, “Da queste partite elettorali esce un centrodestra più forte e consapevole: abbiamo una grande leader, che sta governando egregiamente la Nazione, ed abbiamo la consapevolezza che nelle campagne elettorali bisogna solo ascoltare i cittadini”. Non il sibilo del vento, aggiungiamo noi.