Cultura & Spettacolo

A voi “Champagne”, straordinaria biopic su Peppino di Capri

di Riccardo Manfredelli -


A quasi un anno di distanza da “Sei nell’anima” su Gianna Nannini, ancora disponibile su Netflix, Cinzia TH Torrini torna alla regia di un biopic con “Champagne”, tv-movie ispirato alla storia di Peppino Di Capri, interpretato dall’attore e musicista jazz Francesco Del Gaudio: «Sono arrivato al ruolo dopo molti provini, lunghissimi, la regista ha voluto lavorare soprattutto sull’interazione con il resto del cast», raccontava, «mi sono preparato cercando di raccogliere più materiale possibile, ho riguardato le sue apparizioni in tv per capire come parlava e come si muoveva. E poi mi hanno aiutato tanto i figli Dario ed Edoardo, avuti dalla seconda moglie, Giuliana (mancata nel 2019 e a cui il film è dedicato, ndr). Quando gli hanno detto che lo avrei impersonato, ha scherzato dicendomi: “Mi dispiace per te, la tua sfortuna è di avere una vocalità simile alla mia”. Mi ha quindi consigliato di fare esibizioni più naturali e più vicine allo spirito degli Anni ’60-‘70».
Come per Gianna Nannini, anche nell’iperbole di Peppino di Capri, quella paterna è una figura centrale: Bernardo Faiella (l’interpretazione di Pio Stellaccio è tra le più centrate dell’intero cast) è spesso duro con il figlio, proprio lui che inizialmente per permettergli di prendere lezioni di piano impegna un prezioso orologio da taschino, cimelio di famiglia, forse perché, da ex musicista provato dalla guerra, vorrebbe proteggerlo dalle delusioni a cui si espone scegliendo un mestiere tanto meraviglioso quanto precario.
Dal punto di vista formale Champagne è un lungo flashback, raccordato solo verso la fine, che comincia nel 1942 quando Peppino, bambino prodigio, inizia a suonare per i soldati americani di stanza a Capri, per culminare nel 1973 con la vittoria al Festival di Sanremo con il brano Un grande amore e niente più, scritto “per corrispondenza” insieme a Franco Califano.
Come fosse un romanzo di formazione, mentre il pubblico scopre lati forse inediti o poco noti del suo percorso, così Peppino si svela gradualmente a sé stesso: l’orecchio assoluto lo proteggerà dagli orrori della guerra, in seguito scoprirà la sua voce (e la sua penna): la trasformazione, a quel punto, è completa; Peppino Faiella è ormai per tutti Peppino di Capri, tra i primi cantautori “confidenziali” d’Italia che nel suo repertorio da 65 milioni di copie vendute in tutto il mondo, ha mischiato la tradizione italiana ai “nuovi ritmi americani”, swing, twist e rock ‘n roll.
In questo viaggio, la musica e la vita non sono mai due rette parallele; si incrociano a partire da Roberta, brano del 1963 che Peppino di Capri dedicò alla sua prima moglie Roberta Stoppa, a cui lo legava certamente una grande passione ma anche una sorta di dipendenza emotiva.
Nell’interpretazione folgorante di Arianna Di Claudio, Roberta è il polo opposto di papà Bernardo (in questo senso è illuminante un breve scambio tra i due a proposito della differenza tra “famoso” e “importante”): la donna, da cui Peppino sembra dipendere affettivamente, soffrendo lei stessa una dipendenza dal gioco d’azzardo, spinge il giovane a volere sempre di più, vive della luce riflessa del marito e attraverso di lui crede di poter riscattare tutta l’insoddisfazione che la corrode.


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