Attualità

A Santhià il museo sul Carnevale più antico del Piemonte

di Alessandra Iannello -


Anche il Carnevale di Santhià, in provincia di Vercelli, ha il suo museo. Inaugura infatti oggi, nello storico Palazzo del Capitano, che ospita anche 40 opere d’arte contemporanea, il Carvè Museum, interamente dedicato alla storia della più famosa manifestazione cittadina, il Carnevale più antico del Piemonte attestato fin dall’anno 1093.
Per capire l’importanza del nuovo museo bisogna andare alla tradizione, in piemontese “la Tradissiun”, del Carnevale Storico di Santhià che, ogni anno, dall’Epifania fino al Martedì Grasso movimenta la città con una serie di eventi che culminano nella “Colossale Fagiuolata” che prevede l’allestimento di 150 grandi caldaie di rame con cui si preparano le circa 20mila razioni di fagioli che vengono distribuite gratuitamente alla cittadinanza. L’inaugurazione del Carvè Museum è l’occasione perfetta per visitare il centro storico della città. Partendo da Corso Nuova Italia è da notare la pavimentazione all’interno della quale sono incastonati 33 grandi medaglioni bronzei che riproducono edifici e strutture antiche, momenti della storia della città ma anche illustri cittadini dei secoli passati.
Sui muri delle case del Corso una serie di affreschi rappresentano le stazioni della Via Crucis che viene percorsa il Venerdì Santo partendo da via mons. Ravetti, nei pressi della chiesa parrocchiale. In uno dei cortili situati lungo il Corso, si trova la “Casa Turrita” chiamata anche la “Torre di Teodolinda” perché deriva dal rifacimento di una torre di avvistamento di epoca longobarda. Continuando sul Corso all’angolo con via dell’Ospedale, all’interno del cortile di un nuovo edificio, si trova una piccola galleria d’arte in cui sono esposte alcune opere dell’artista Ugo Nespolo, cittadino onorario di Santhià. Tornando sul Corso si svolta in via Roma per raggiungere piazza Roma dove si trovano il Palazzo del Comune del 1719 e la Collegiata di Sant’Agata.
La Chiesa custodisce l’organo realizzato dai fratelli Serassi nel 1858, mentre, all’inizio della navata sinistra, si trova il Battistero, sotto cui sono visibili antichi resti umani a testimonianza che qui c’era il cimitero del Borgo. Sotto l’abside, invece, si può visitare l’antica cripta romanica risalente al secolo XII dedicata a Santo Stefano.
La Collegiata accoglie anche alcune reliquie di Sant’Ignazio da Santhià, frate cappuccino canonizzato nel 2002 da Giovanni Paolo II.
Altri punti d’interesse sono la Piazzetta degli Affreschi (ora piazza Giovanni Carisio), decorata appunto con alcuni affreschi di pittori locali e la Chiesa della Santissima Trinità. L’edificio, risalente al XIV secolo, anticamente dedicato alla Madonna del Santo Sudario, è costituito da due navate comunicanti, di cui una maggiore, priva di abside, e una minore, che culmina con la cappella della Beata Vergine Maria del Carmine, con cupolino affrescato. Di fianco alla chiesa si scorge, cinto da mura, il Chiostro di San Francesco, che fino a non molti decenni fa faceva parte dell’antico ospedale. Ritornando sul Corso, si può svoltare a destra verso la stazione ferroviaria, oppure verso sinistra e tornare verso il centro. Nella prima ipotesi, si attraversa la Circonvallazione, dove un tempo sorgevano i bastioni di protezione, e poi si percorre il Viale della Stazione dove si può notare la Torre Littoria, una delle 11mila “Case del Fascio” realizzate durante il Ventennio.
Svoltando invece verso sinistra, si torna verso la parte centrale del Corso dove si trovano la casa natale di Sant’Ignazio da Santhià, recentemente restaurata e ornata con una scultura, e, poco dopo, la palazzina De Rege di Donato, nota per aver ospitato Napoleone nel 1800, pochi giorni prima della battaglia di Marengo.


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