A due marce gli Usa con il Giappone: la minaccia dei dazi, il timore della saldatura con la Cina
A due marce gli Stati Uniti di Donald Trump con il Giappone, una doppia manovra nei confronti del Paese asiatico, composta da un lato da minacce economiche come i dazi e dall’altro con considerazioni strategiche, con il Pentagono che riconosce l’importanza del Giappone per la deterrenza contro la Cina.
Il Giappone è “un partner indispensabile” per contrastare l’aggressione cinese, ha detto il capo del Pentagono Pete Hegseth incontrando il ministro della Difesa giapponese Gen Nakatani a Tokyo. “Il Giappone è il nostro partner indispensabile per scoraggiare l’aggressione militare comunista cinese”, ha ribadito durante i colloqui con il suo omologo giapponese. “Gli Stati Uniti si stanno muovendo rapidamente, come sapete, per ristabilire la deterrenza in questa regione e in tutto il mondo”, ha aggiunto.
Un’intesa – la Cina punta a ristabilire e a partire dall’area asiatica un ordine che sappia far fronte agli Stati uniti, innanzitutto contando su Giappone e Corea – che il Paese del Sol Levante in ogni caso potrà valutare partendo però dalle sue specifiche strategie, sia pur insidiate dai dazi: a febbraio la produzione industriale in Giappone è aumentata del 2,5% rispetto a gennaio, segnando il primo incremento in quattro mesi, con una crescita trainata dai settori dei macchinari e dei componenti elettronici e il primo comparto che ha registrato infatti un balzo dell’8,2% grazie all’incremento delle esportazioni di attrezzature per la produzione di semiconduttori e di macchinari per la produzione di schermi piatti, mentre il secondo ha segnato un aumento del 10,1%. Recentissimo, poi, l’annuncio di un investimento per l’equivalente di circa 5,4 miliardi di dollari (802,5 miliardi di yen) per sostenere Rapidus, joint venture fondata nel 2022 con il supporto di giganti giapponesi, tra i quali Sony e Toyota, guardando alla produzione di semiconduttori in serie.
La minaccia dei dazi Usa rimane, insomma, ma il Giappone ha confermato investimenti significativi negli Stati Uniti, sottolineando il contributo economico e occupazionale che offre al Paese guidato da Donald Trump e il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha espresso fiducia nella capacità di evitare un conflitto grazie alla sua posizione unica come maggiore investitore straniero negli Stati Uniti.
In Asia, poi, rispetto alla strategia “elastica” di Trump che usa l’arma dei dazi, la Cina non sta a guardare. Venerdì scorso il leader Xi Jinping ha incontrato decine di ceo – tra questi i vertici di FedEx Raj Subramaniam e di Qualcomm Cristiano Amon – per illustrare loro le opportunità di investimenti esteri durante l’ escalation della guerra commerciale con gli Stati Uniti. E parlando a loro si è rivolto indirettamente a Trump, esortando le aziende straniere a “non seguire ciecamente azioni che interrompono la sicurezza e la stabilità della catena di fornitura industriale globale”. “Bloccare i percorsi degli altri – ha affermato -alla fine ostacolerà solo il tuo. Disaccoppiare e interrompere le catene di fornitura danneggia tutti e non porta da nessuna parte”.
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