A corrente alternata: Italia spaccata in due anche sulle colonnine
Auto elettriche, l’Italia supera i 400mila punti di ricarica privati e i 45mila a uso pubblico. Il trend ha da tempo il segno positivo. I dispositivi per la ricarica domestica crescono del 700% in due anni e nel primo semestre 2023 sono stati installati 8.438 nuovi punti a uso pubblico, mentre le colonnine sbarcano in un’area di servizio autostradale ogni quattro. Ma le notizie positive del monitoraggio periodico di Motus-E si fermano qui, fotografando ancora una volta a fine primo semestre un divario Nord-Sud che rimane stabile, nonostante la corsa del Mezzogiorno per guadagnare terreno. Una corsa in affanno, che non appare affiancata dagli interventi del Pnrr, anch’esso ormai un piano a due marce lungo lo Stivale, nonostante i propositi. Altro fattore estremamente negativo, perché riflesso nelle iniziative di un settore che dovrebbe funzionare da battistrada, l’immobilismo sostanziale dei concessionari autostradali che hanno finora trascurato opportunità ed opzioni di intervento.
I punti di ricarica per auto elettriche presenti nelle case degli italiani hanno superato quota 400mila con 304.000 installazioni collegate ai bonus edilizi, secondo dati Enea. Numeri importanti che, per Motus-E, sono suscettibili di ulteriore accelerazione non appena verranno resi disponibili gli incentivi – già stanziati e in attesa solo dei decreti attuativi – per le infrastrutture di ricarica a uso domestico per privati e condomìni. Risorse che assicurano una significativa boccata di ossigeno all’economia nazionale: più del 70% delle wallbox vendute in Italia sono infatti prodotte qui e oltre il 50% del costo chiavi in mano è appannaggio dell’installazione, svolta da aziende e professionisti locali.
Circa le infrastrutture di ricarica a uso pubblico, nel primo semestre di quest’anno sono stati installati 8.438 nuovi punti di ricarica a uso pubblico, contro i 4.680 dello stesso periodo del 2022 (+80%). Potranno crescere grazie alle risorse del Pnrr, affinché sia anticipato un ampio passo in avanti su penetrazione e presenza capillare della rete di ricarica ad alta potenza per il quale 3 mesi fa il Mase ancora riteneva necessari approfondimenti e consultazioni con Gse e privati.
Sul divario con il Nord, il Mezzogiorno continua a recuperare terreno. Sud e Isole contano oggi il 23% dei punti di ricarica. Un dato che scavalca il Centro (21%) e rosicchia un altro punto percentuale sul Nord Italia (56%), rispetto al quale però conta meno della metà.
Tra le regioni primeggia la Lombardia (7.657 punti) davanti a Piemonte (4.514), Veneto (4.420), Lazio (4.351) ed Emilia-Romagna (3.966). A crescere più di tutti è in questo trimestre la Campania (+54% rispetto al primo trimestre dell’anno), che ha fatto meglio di Lombardia (+15%), Liguria (+11%), Lazio (+8%) e Sicilia (+7%).
Le colonnine aumentano sulle autostrade, al 30 giugno diventate 657 (+422 rispetto al 2022) in 121 aree di servizio su 476. Passi avanti che si scontrano “con l’immobilismo di concessionari autostradali che nonostante un obbligo di legge vigente dal dicembre 2020 non bandiscono gare per installare le colonnine”, denuncia il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso.
Il Pnrr sarà vera panacea per questo gap? Naso confida in un dossier aperto, per istituzioni e industria. Quanto accaduto, però – nella prima gara criticità, specie per il segmento extraurbano – fa ora solo nutrire fiducia nella rimodulazione dei decreti attuativi e speranza in una massiccia partecipazione alle prossime iniziative.
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