Attualità

A conti fatti – Sull’Europa risuona la sinfonia del rigore

di Giovanni Vasso -


Archiviata la “festa” elettorale, la Bce torna a stringere i cordoni della Borsa. Nella seduta di luglio, il consiglio direttivo della banca centrale europea ha deciso di mantenere inalterati i tassi di interesse. Quello principale sulle operazioni di rifinanziamento rimane al 4,25%, il tasso sui depositi resta al 3,75% mentre quello delle operazioni marginali si conferma al 4,50%. Decisione assunta all’unanimità. La governatrice Christine Lagarde ha ripetuto la solita filastrocca delle scelte “caso per caso, riunione per riunione” e ha ribadito che la Bce “non si è vincolata a nessun percorso in materia di tassi”. Parole che suonano metalliche e stridenti alle orecchie dei mercati e degli analisti. Che davano per fatto il taglio dei tassi a settembre. Questione, adesso, a dir poco riaperta. Anche perché i prezzi del turismo volano e pesano sull’inflazione. Insomma, con la rielezione di Von der Leyen e il trionfo dello status quo a Bruxelles, a Francoforte torna a suonare la sinfonia del rigore.

Una bella gatta da pelare: l’Antitrust ha aperto un’istruttoria a carico di Armani e Dior. L’autorità garante ritiene che le sue maison d’alta moda abbiano proposto al pubblico dichiarazioni di responsabilità etica smentite dai fatti dal momento che alcuni dei loro fornitori non avrebbero pagato abbastanza i loro operai e impiegati. Accuse che Armani rispedisce al mittente, dicendosi disponibile a collaborare con l’Agcm. Dior, da parte sua, riferisce di aver troncato ogni rapporto con i fornitori in questi e si è messa a disposizione dell’authority.

“In Inghilterra hanno abbattuto Wembley, in Italia siamo prigionieri della burocrazia”. Parla pro domo sua, il neo presidente dell’Inter Beppe Marotta epperò su una cosa c’ha ragione. E cioè che il calcio italiano (come tanti altri settori economici e non) è ostaggio di uffici tecnici, enti di ogni risma che “scoraggiano gli imprenditori”. Vero è che molti presidenti sognano, con la scusa dello stadio nuovo, di farsi una piccola speculazioncina edilizia, specie nelle serie minori. Ma non è dappertutto così. Per Marotta la soluzione è a portata di mano: “Se ne occupi il ministero dello Sport”.


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